Sono i primi giorni di ottobre, il velo si assottiglia, ed è tempo per me di percorrere antichi luoghi ricchi di storia, e di presenze invisibili.
Ieri ho visitato il Castello di Piovera, in provincia di Alessandria, un luogo particolare che volevo vedere da tempo.
Sorge fra le campagne, ha l’aria molto vissuta, ed entrando fra le sue vecchie mura – in alcuni tratti ancora dipinte di nero, usanza funebre che veniva messa in atto alla morte di un personaggio illustre, in questo caso di Napoleone Bonaparte – si torna indietro nel tempo e si tocca con mano la storia.
“Il Castello di Piovera nacque come fortezza per la difesa del territorio nel XIV secolo su antecedenti accampamenti di origine romana, longobarda e carolingia (Castrum Pioperae) e sulle rovine di un convento probabilmente templare. Fu rimaneggiato nel XVI secolo e in età tardo barocca con rifacimenti che, però, non hanno intaccato la sua struttura originaria. È passato indenne sotto molteplici dominazioni (…).” (*)
Durante la dominazione spagnola fu venduto dal figlio del precedente proprietario spagnolo al nobile genovese Francesco Maria Balbi, che lo mantenne fino al XX secolo.
Attualmente appartiene al conte Niccolò Calvi di Bergolo, che lo ricevette nel 1967, e mantenendolo nel modo migliore possibile lo aprì anche alle visite. La sua presenza singolare ed eccentrica rende davvero unica l’esplorazione del castello.
Durante la visita del percorso completo, accompagnata dalla guida e, a tratti – talvolta inaspettati – dal conte, si accede ai due piani del castello e alla torretta. Liberamente è possibile visitare i due musei esterni: il Museo delle Radici e il Museo degli Antichi Mestieri, che contengono attrezzi molto vecchi. Alcune stanze del castello, le più private e belle, fra cui la Stanza della Marchesa, la Stanza del Marchese con il suo Studio privato, e la Biblioteca, purtroppo non possono essere fotografate, quindi non mi è possibile mostrarle.
Provo sensazioni contrastanti riguardo a questo castello e alla mia esperienza, non sono ancora riuscita a decifrarle, per cui preferisco semplicemente mostrare le foto che ho potuto scattare e soffermarmi su ciò che mi ha incuriosita e ispirata di più. In particolare il Museo delle Radici e, naturalmente, le leggende che riguardano i fantasmi che abitano il castello. L’intera struttura è pregna di energie particolari, specialmente in alcuni punti, come la Stanza Ottagonale, che sorge sopra una sorgente ed è satura di energia. Io purtroppo non ho sentito nulla, a parte il fastidio per la presenza di numerose teste di grossi animali imbalsamati apposte sulle pareti, ma nel corso degli anni diverse/i visitatrici e visitatori hanno avuto mancamenti, malesseri, o percezioni forti proprio in quella stanza, nota anche per essere accuratamente evitata dai cani, oltre che per qualche strano accadimento. Fu anche scelta, non a caso, da una vecchia abitatrice per compiere le sue sedute spiritiche. Anche questa stanza purtroppo non mi è stato possibile fotografarla.
Il Museo delle Radici
Perfetto da visitare in questo periodo di discesa nelle profondità buie e misteriose della terra e delle proprie terre interiori, è il Museo delle Radici. Le radici sono state raccolte, ripulite, alcune cerate, e quindi esposte, dal conte del castello e da suo suocero, sin dagli anni ‘80. Sono forme affascinanti e spesso inquietanti, alcune rassomigliano ad animali, altre a uomini, alcune ad inquieti spiriti terrigeni. Proprio davanti al portone del museo sorge un maestoso tasso, albero dei morti, al momento pieno di bacche rosse dalla polpa dolce e dal seme letale. Ho trovato questo connubio molto ispirante e suggestivo, oltre che ricco di profondo significato, specialmente in questo periodo del ciclo annuale.
Le radici nascono dal seme e vivono nell’oscurità della terra, e nella buia terra si sviluppano, ognuna con la propria forma, il proprio disegno, la propria voce. Assorbono il nutrimento perché l’albero cresca nell’abbondanza, e al contempo lo tengono ancorato alla terra, all’origine, laddove tutto è iniziato. Nel buio, nel grembo, nel mistero del sottosuolo.
Riporto una parte del testo esposto proprio all’ingresso del piccolo museo:
“Queste opere d’arte naturali, estratte dalla loro condizione di oscurità sotterranea e portate alla luce, un tempo hanno dato origine e sostanza alle piante diventando una perfetta metafora dell’essere umano, in cui ciò che rimane nascosto, l’interiorità, nutre e dà le basi a ciò che è visibile in superficie, l’esteriorità.” (*)
Un luogo perfetto da vivere adesso, e un’ispirazione per prestare più attenzione alla terra su cui posiamo i nostri piedi, alla ricerca e nell’ascolto delle radici e dei loro atavici messaggi.
I fantasmi del Castello di Piovera
Sono molti i fantasmi che abitano nel castello, e che vengono percepiti come presenze e potenti energie dalle persone più sensibili, prima fra tutte il conte, che nel castello abita da molti anni. Una delle più note è la donna dai capelli rossi, comparsa più volte nel fossato che cinge le mura esterne. La donna dai capelli rossi è stata vista in diverse occasioni, mentre correva, forse fuggiva, per poi scomparire.
Si narra anche del fantasma di un frate, apparso nelle sale interne, e questo non è poi così strano, se si considera che la parte più antica della struttura era in origine un luogo religioso, forse un convento templare.
Infine, la storia più misteriosa riguarda il periodo della dominazione spagnola, nel 1600 circa. Un illustre spagnolo, forse il proprietario del castello, era chiuso fra le sue mura, accerchiato, senza alcuna possibilità di uscire per salvarsi la vita. Una notte, nella stanza ottagonale, vide una bambina, che gli promise di aiutarlo a fuggire. Questa gli indicò un passaggio segreto sotterraneo e l’uomo la seguì, ritrovandosi poi in aperta campagna, salvo dall’assedio. La bambina gli indicò il fienile come luogo sicuro in cui avrebbe potuto dormire, e l’uomo riposò. Quando la mattina seguente l’uomo andò a ringraziare i proprietari del fienile e dell’abitazione annessa, raccontando di come la loro figlia lo avesse aiutato, questi rimasero ammutoliti, rivelando che la bambina era morta diversi anni prima.
Che si tratti di leggende o di verità storiche, non è dato sapersi. Ma come si dice, ogni leggenda ha sempre un fondo di verità… e a me piace crederci.
***
Il castello di Piovera merita assolutamente di essere conosciuto e sperimentato, e una delle occasioni migliori è proprio il periodo di ottobre, quando viene anche aperto eccezionalmente la sera di Halloween, per visite suggestive a lume di candela.
***
* Le citazioni sono tratte dai pannelli espositivi disposti lungo il percorso di visita e dalla brochure del Castello di Piovera.
Un piccolo appunto: Entrando nella parte più interna del castello, nelle sale più private, la guida ha gentilmente informato che in quelle stanze non era permesso scattare fotografie – anche per tutelare gli oggetti esposti e mantenere una sorta di riservatezza. Ebbene, ovviamente non l’ho fatto, e questo dovrebbe essere un comportamento scontato. Invece non lo è stato, perché credo di essere stata una delle poche. Molti degli altri visitatori, in particolare un ragazzino, hanno continuato non solo a scattare fotografie, ma il suddetto ragazzino ha filmato ogni stanza, senza che i genitori gli dicessero una parola. In un clima di menefreghismo come quello che ho visto, anche io avrei potuto immortalare quelle stanze, le più belle peraltro, per portare a casa quelle immagini e riguardarle con calma, e addirittura condividerle, ma non l’ho fatto. Rispetto il luogo e le persone che lo abitano, e se mi si chiede, a casa loro, di non fare qualcosa, io quella cosa non la faccio. E non è una questione di obbedienza o disobbedienza, ma di rispetto, puro e semplice.
Resto basita – lo sono tutt’ora – di fronte a quanto poco questo conti per molte persone. La guida avrebbe però dovuto ricordarlo, ripetutamente, invece di soprassedere. L’educazione si riceve in molti modi, e se non viene naturale, o non viene trasmessa dai genitori, è bene che venga impartita anche dagli estranei, che certe volte possono fare di più di chi vive sotto il proprio stesso tetto.
***
ALBUM FOTOGRAFICI
Il Castello di Piovera
Il Museo delle Radici
***
Note di Viaggio:
Il Castello di Piovera è in provincia di Alessandria, nel paesino di Alluvioni Piovera, e si raggiunge comodamente con l’autostrada A21, uscendo ad Alessandria Est e proseguendo per pochi minuti.
Le visite sono possibili solo la domenica, a parte rare eccezioni, fino a novembre. Vengono organizzate anche serate a lume di candela, concerti e mostre temporanee. Per conoscere tutte le date di apertura e gli eventi interessanti, è possibile consultare il sito: Castello di Piovera
Il biglietto per il percorso di visita completo “Raccontami il Castello” costa 12 euro e dà accesso a tutte le stanze e i musei, con visita guidata; sono disponibili altri due percorsi di visita che però danno accesso solo ad alcune stanze, o solamente al parco.
Nessun commento:
Posta un commento