sabato 15 settembre 2018

Arona, Sant'Anna e la trasparenza dell'acqua

L’estate sta indugiando a lungo quest’anno, e fa ancora molto caldo. L’aria però è più leggera, fresca e rigenerante, e così è piacevole fare piccole gite rimandate per diverso tempo a causa del caldo eccessivo e della presenza di troppi turisti – due cose che, insieme, mi rendono fisicamente e psicologicamente impossibile qualsiasi spostamento. Amo il silenzio, la quiete, il poter sentire lo spirito dei luoghi senza essere disturbata, e questo mi spinge a muovermi sempre nei giorni in cui le persone lavorano e i bambini sono a scuola, avendo la preziosa fortuna di poter lavorare negli orari e nei giorni che preferisco e di avere molto tempo libero da dedicare a me stessa.
Mi ero ripromessa già da alcuni mesi di tornare ad Arona a vedere Sant’Anna Tutrice del Lago con la calda luce del sole, dato che la prima volta che l’avevo trovata per caso era una giornata nuvolosa e imbronciata, e io stavo decisamente poco bene.
Avevo anche una gran voglia di tornare a rilassarmi al piccolo locale che si affaccia, da una parte sulla bella piazzetta del centro di Arona, dall’altra direttamente sul lago aperto e, più lontano, sulla splendida Rocca di Angera, aggrappata alla sponda opposta. Ricordavo di esserci stata anni prima, in inverno, e di aver bevuto una delle migliori cioccolate con la panna mai assaggiate, e così ho approfittato della bella giornata per fare entrambe le cose.


Sant’Anna illuminata dal sole, mentre Vigila sul Lago - com’è scritto alla base della sua statua – è bellissima.
Lei è sempre lì, ad ogni ora, veglia sui navigatori, su coloro che solcano le acque, su tutti quelli che stanno attraversando il lago.”
E nonostante ciò che le si agita intorno, nonostante gli schiamazzi, il vociare e la confusione del lungolago, è immersa in una pace che basta a se stessa. Osservandola non si può non venir sfiorate dalla sua stessa quiete.
Lei veglia il lago, sicura, immobile, con lo sguardo fisso sulle acque, e spinge a guardare nella stessa direzione, nel profondo azzurro che talvolta si tinge di toni cupi e minacciosi, quando il vento e la pioggia agitano le onde ed è più necessaria e invocata la sua protezione.
Poco distante da lei, un cartello invita a non scendere in acqua, e segnala la pericolosità e l’imprevedibilità delle correnti.

Dopo aver ritrovato la quieta e salda protezione della legittima erede delle antiche Dee del Lago e dei Viaggi svolti sulle acque, Tutrice dei Naviganti come recita la targa affissa sulla parte posteriore della statua, mi sono concessa il tanto desiderato e ottimo caffè macchiato, al locale che da tempo desideravo rivedere – trovandolo un po’ diverso – e una brioche alla crema che mi ha quasi mandata in estasi.


Poi, sono scesa alla riva del lago e mi sono lasciata incantare dalle limpide trasparenze dell’acqua e dai bellissimi colori che sfumano dai blu, agli azzurri, ai verdi, alle tinte chiare e calde dei sassolini che scivolano e rotolano dolcemente insieme al ritorno delle piccole onde, così delicate e gentili rispetto a quelle del mare.


Con i piedi immersi nell’acqua tiepida fino alle caviglie, il fondo dei pantaloni bagnato e la voglia di tuffarmi in quelle irresistibili sfumature, sono rimasta a guardare la bellezza del lago.
Queste immagini sono quelle che più mi sono rimaste nel cuore, quelle che più hanno parlato alla mia anima. Le trasparenze, le sfumature, il canto dell’acqua, e la bellezza delle lontane sponde azzurrine.
Il tutto protetto sotto al manto dell’antica Dea del Lago, che oggi ancora viene invocata, e appellata con il nome di Anna.


***

Note di viaggio:
Arona, sul Lago Maggiore, è in provincia di Novara, e per raggiungerla consiglio l’uscita di Castelletto Ticino sull’autostrada A26, per poi attraversare Dormelletto e trovarsi direttamente nel centro della città. Sconsiglio vivamente la vera e propria uscita di Arona, che costringe a fare un tratto di strada lento e complicato per raggiungere il centro.
Il locale sulla piazza è L’Angolino 2.0, che offre anche un paio di piccoli tavolini esterni, posti su due balconcini affacciati sul lago.
La bella citazione fra virgolette è tratta da Minube - Sant'Anna
Qui sono raccolte altre fotografie che ho scattato durante la breve gita: Sant’Anna, Il Lago, La Fontana con la Sirena

martedì 11 settembre 2018

Fra piccoli viaggi, parole e profumo di caffè

Amo esplorare posti nuovi, pieni di magia, di storia, di eco di antiche e immortali leggende... eppure uno dei momenti che amo di più quando mi immergo nei miei piccoli viaggi, è quello in cui, stanca e felice, mi siedo in qualche deliziosa caffetteria, che scelgo sempre accuratamente, per rifocillarmi e ripercorrere, con la mente e il cuore, l’esplorazione vissuta.
Quel momento in cui assaporo un buon caffè caldo, oppure una cioccolata, o un tè speziato con qualche pasticcino, e mi nutro di ciò che il mio corpo mi chiede, è anche il momento in cui mi nutro dell’esperienza appena trascorsa, facendo mie le impressioni, le intuizioni, ricordando la sensazione dello spirito del luogo, e cominciando, solo allora, a tradurre ogni cosa in pensieri, in parole e in nuova consapevolezza.
È come se in quel momento di dolce nutrimento, si concentrasse tutta l’esperienza vissuta e la sua profonda integrazione, ed è qualcosa che mi è talmente essenziale e indispensabile che non potrei mai farne a meno.
Forse è una caratteristica innata di chi, come me, è fatta per comunicare e raccontare in modo silenzioso, e di prendere coscienza di ogni cosa vissuta, dalla più piccola alla più grande.

Forse c’è chi viaggia per viaggiare, senza vivere il viaggio in profondità e senza assorbire i doni che esso porta. Ma per me viaggiare è nutrirmi, a piccoli bocconi, di qualcosa che poi necessita di tempo e introspezione per essere compreso e assorbito. Ed è questa la sostanza che cerco e che spesso mi chiama urgentemente alla partenza e alla scoperta di posti sconosciuti, così come di parti sopite di me stessa, che chiedono di vivere e di esprimersi.
Sono viaggi esteriori ed interiori, alla ricerca di ciò che ho bisogno di trovare per vivere in equilibrio e nel modo più completo possibile.
E quei momenti di rilassamento e di coccole golose, sono per me al contempo la perfetta conclusione di un viaggio, e l’inizio della loro più intima esperienza.

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Ho sentito l’ispirazione a scrivere questo brano mentre ero seduta a un tavolino di legno a bere un ottimo caffè macchiato nella piazzetta di Varallo Sesia, mentre la luce del tramonto illuminava il Sacro Monte alla mia destra e l’aria si faceva piacevolmente fresca. L’interno del locale, di sasso e legno, è uno dei più carini che abbia visto, e non vedo l’ora di tornarci, passandoci qualche ora magari in autunno e in inverno.
Ho ripensato anche alle tante splendide giornate passate nella mia caffetteria milanese preferita, dove fra una lezione di danza e una di canto, sorseggiavo tè allo zenzero e leggevo bei libri, allietata da un lieve sottofondo di musica jazz e dalla luce calda e accogliente di quel posto, a me molto caro.
Sono momenti per me importanti, talmente importanti che non posso farne a meno, perché rispecchiano completamente la mia natura, il mio bisogno di riflettere in silenzio, ma in luoghi caldi e accoglienti, di scrivere, di sentire, di vivere ogni istante nel modo più pieno e consapevole possibile.

Fotografia raccolta da Pinterest

martedì 4 settembre 2018

La Sirenetta di Stresa

Penso che sia scontato spiegare perché, fra i tanti piccoli viaggi che ho fatto finora, ho scelto di appuntare sul mio diario proprio questo.
Ricordo quando, da bambina, pensavo a quanto fossero fortunati i danesi che abitavano a Copenhagen, dato che avevano la statua della sirenetta proprio vicino a loro. Per questo quando ho scoperto che in realtà le sirenette sparse per il mondo sono tante, e che una di loro era proprio vicino a me, ho fatto salti di gioia.
Anche io ho la mia sirenetta, ho pensato, e devo anche dire che, fra tutte quelle che ho visto in fotografia, è una delle più belle.
È scolpita nel granito rosa, e il suo viso è talmente dolce e delicato da lasciare senza parole. Lei è lì, composta, serena, immersa in una pace che nulla smuove o disturba, nonostante sia stata posta vicina alla strada e a lato di un parcheggio.
Sì, ecco, la locazione non è delle migliori. Però lo scorcio di lago che si vede alle sue spalle è bellissimo.


Il giorno che sono partita per andare a vederla c’era il sole e la giornata era limpida e serena. Poi però, all’uscita di una lunga galleria dell’autostrada, mi sono ritrovata sotto un cielo plumbeo e minaccioso, e per un attimo sono rimasta disorientata, oltre che piuttosto interdetta. Ma le cose vanno come devono andare, ormai l’ho capito.
Arrivata a Stresa ho cercato la sirenetta, e non trovandola mi sono fatta indicare il posto esatto da una turista inglese, così finalmente l’ho incontrata...
La sua bellezza mi ha commossa, perché davanti a lei si torna bambine. Con i suoi occhi bassi, l’espressione gentile, sembra quasi troppo pura e indifesa per questo mondo difficile. Eppure è lì, a ricordare che è proprio in quella dolce vulnerabilità che si nasconde il segreto della vera gioia.


Mi sono fermata davanti a lei a guardarla a lungo, perdendomi nella bellezza del suo viso, nella morbidezza dei suoi capelli, nella delicata compostezza delle sue mani. E mentre ero lì un merlo è volato accanto a lei, saltellando fin sotto il suo scoglio, e un passerotto si è posato sulla sua testa.
È stato un momento magico, e nonostante il cielo grigio e il lago mosso e irrequieto, sono stata bene, immersa nella stessa pace emanata dalla dolce sirenetta.


Quando ho avuto voglia di staccarmene, ho passeggiato serenamente per il centro di Stresa, passando per la piazzetta, per i vicoletti e i piccoli negozi, e ho bevuto un caffè seduta ai tavolini esterni di una pasticceria. E mentre ero lì, il tempo è cambiato completamente ed è tornato il sole, accecante e caldo come prima.


Sono tornata vicino alla sponda del lago, e proprio sulla montagna che spiccava davanti al porto è apparso un bellissimo arcobaleno.
Prima di rientrare, sono tornata dalla sirenetta e ho scattato qualche fotografia con la luce del tramonto. Poi, nutrita di nuove scoperte, di nuovi ricordi e soprattutto di una nuova dolcissima amica fatta di pietra, di acqua e di sole, sono ritornata sulla via di casa.


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Note di viaggio:
La Sirenetta si trova a Stresa, sul Lago Maggiore, in provincia di Novara. È posta a lato di Piazza Marconi, proprio davanti all’imbarcadero.
Per vedere le altre fotografie che ho scattato durante la giornata: Stresa e la Sirenetta

domenica 2 settembre 2018

La Spiaggia del Sasso Cavallazzo

Forse non c’è un motivo in particolare se ho scelto di ricordare e raccontare proprio questo breve viaggio, di certo non più bello di altri. Forse è per via delle fotografie che ho scattato, che mi piacciono davvero tanto, o forse è per ciò che su quella piccola spiaggia ho imparato, lì giunta per un motivo per poi capire che i motivi che mi avevano voluta lì erano altri.
Sono partita a metà pomeriggio, sapendo che sarei arrivata sul posto piuttosto tardi, ma sentivo che era il momento giusto per incontrare il gigantesco Sasso Cavallazzo, che riposa da millenni conficcato a pochi metri da una delle sponde del Lago Maggiore.


Dopo aver parcheggiato la macchina, mi sono incamminata per il sentiero che attraversa un breve tratto di bosco, passando accanto ad alcune abitazioni, e ho raggiunto la spiaggetta dove si trova il masso erratico. Ricordo di aver avuto freddo, perché la giornata, apparentemente serena, si era rannuvolata e l’aria era decisamente fresca. Preferivo vederlo col sole, pensavo mentre camminavo, ma ho dovuto ricredermi.
Costeggiando la spiaggia per avvicinarmi alla pietra, facendo attenzione a evitare di guardare la mostruosa casa diroccata che hanno costruito e poi abbandonato davanti, ho cominciato a notare che la luce, e i riflessi del lago, avevano un colore incantevole.
Sembrava tutto immerso in un chiarore tenue, azzurro pallido, a tratti rosato, e i radi raggi del sole che riuscivano a filtrare fra le nuvole e si specchiavano sull’acqua creavano contrasti luminosi dalle sfumature argentee.


Non c’era davvero momento migliore per incontrare questa pietra… o meglio, per incontrare il lago e i suoi riflessi. Non ci è voluto molto, infatti, per rendermi conto dell’inquietudine che quel masso gigantesco mi incuteva. All’inizio facevo quasi fatica a guardarlo, così rude, scuro, squadrato, mentre sovrastava inclinato la riva e si innalzava sopra la mia testa.
La nostra energia vibra diversamente, e io e te non siamo accordati, ho pensato. Ma l’acqua argentata, e i pallidi azzurri, e le lievi sfumature rosate invece sì.
Ho lasciato che le cose fossero esattamente come dovevano essere, ho accettato che il masso non mi toccasse come avevo pensato, e ho ascoltato invece la voce del lago e dei suoi uccelli acquatici, del cielo nuvoloso e perforato, di tanto in tanto, da qualche ardito raggio di sole, e soprattutto del riflesso argenteo sulla superficie dell’acqua.
Sono rimasta seduta sulle rocce, immersa nella quiete della spiaggia, mentre una folaga nuotava vicino alla riva e un candido airone attendeva immobile la sua preda. E quella bellezza gentile e delicata mi ha nutrita.


Questo piccolo viaggio mi ha insegnato a guardare oltre le aspettative, ad accettare di essere toccata da ciò che, magari, non mi aspetto di incontrare, così come a permettermi di rimanere indifferente, se non addirittura di provare inquietudine e disagio, davanti a ciò che pensavo potesse toccarmi.
A volte si parte per raggiungere una sponda, e si raggiungono sponde diverse. A volte semplicemente ciò che crediamo ci stia chiamando non è ciò che dobbiamo incontrare, ma ci vive accanto.
A volte quella che crediamo sia la nostra meta, in realtà è il pretesto, o il tramite, che ci guida nella nostra vera direzione.
Sta a noi essere morbide e flessibili come i giunchi che crescono sull’acqua, e chinarci alla bellezza imprevedibile del viaggio.


Preferivo vederlo col sole, mi ero detta. Ma non avrei mai potuto imparare ciò che solo le nuvole e il loro riverbero argenteo mi volevano insegnare.
Eppure il sole è arrivato, alla fine. Camminando sul sentiero del ritorno, ha squarciato il cielo e ha illuminato il bosco di una luce intensa e caldissima.
Ricordo i suoi raggi filtrare fra i rami di un albero da frutto, forse un pruno selvatico, e creare una luminosa pioggia dei colori dell’arcobaleno.
Un altro messaggio di bellezza che mi ha accompagnata fino a casa.


Note di viaggio:
La spiaggia del Sasso Cavallazzo si trova a Ranco, sul Lago Maggiore, in provincia di Varese.
Per vedere le altre fotografie che ho scattato sul posto, e leggere la breve ricerca che ho scritto sul masso erratico, cliccate qui:
Il Sasso Cavallazzo - Ranco – Varese

L'Eremo di Santa Caterina del Sasso

Incontrando luoghi come questo la percezione della bellezza si affina e si fa più pretenziosa, perché in seguito, il resto appare un pochino più sbiadito, forse banale, poco attraente, o semplicemente normale. L’Eremo di Santa Caterina del Sasso è infatti uno dei posti più belli in assoluto, un posto che ha avvolto i miei occhi e la mia anima in un abbraccio di stupefacenti contrasti, di rocce chiare e pulite che si stagliano sul turchese luccicante dell’acqua del lago. Un turchese talmente intenso, caldo e luminoso da rimanere impresso nella memoria e nel cuore più di ogni altra cosa.
Ho amato l’Eremo di Santa Caterina soprattutto per questo. Si erge a picco sul lago, talmente in armonia con il paesaggio naturale da sembrare esso stesso parte integrante della natura. Scavato nella roccia, rispettoso della sua conformazione, pacifico e immerso nell’azzurro del cielo e del lago.


Ricordo quanto quell’acqua azzurra mi attirasse, quel giorno. Faceva caldo, ma l’aria era fresca e pulita, e i riflessi del sole sull’acqua creavano giochi di luce magici e ipnotici. Non so cosa avrei dato per poter salire sul bordo di pietra del muretto e tuffarmi in quel turchese vivo e luccicante.


Certo, arrivarci non è privo di sacrificio. Circa duecentoquaranta scalini che scendono verso il lago, e che vale la pena di fare a piedi – in alternativa c’è un comodo ascensore per chi fa fatica a camminare o non può farlo – portano al grazioso cortiletto con il vecchio torchio per la spremitura dell’uva e delle olive, e al bellissimo porticato con gli archi che si affacciano sul lago.


La chiesetta dell’eremo è carina, molto tranquilla e piena di bei colori. Anche se non è nulla a confronto del paesaggio esterno, che all’uscita sembra ancora più bello e luminoso.
Poco prima dell’ingresso, all’interno di una insenatura della roccia, sono poste alcune statue religiose, fra cui una madonna con bambino. Probabilmente quella stessa insenatura era stata dedicata, in tempi precedenti il cristianesimo, a una divinità femminile legata al lago e alla grotta. Forse è per questo se l’eremo è dedicato a Santa Caterina del Sasso, una delle tante sante che sostituirono e nascosero culti femminili precedenti. E di certo non si fa fatica a credere che in epoca pre-cristiana questo posto fosse sentito abitato dal sacro femminino.


Sono pensieri che porto con me, quando arriva il momento di tornare, ma soprattutto di intraprendere la salita degli stessi duecentoquaranta scalini, che in discesa erano stati quasi piacevoli. Ebbene, la salita è stata un mezzo trauma, e mi ci è voluto un po’ per riprendermi. Ma poi ho potuto rifocillarmi con un ottimo toast seduta ai tavolini del piccolo ristoro dell’eremo, e rigenerarmi con la visita della bella erboristeria.
Un’altra graziosa sorpresa del posto sono infatti le due erboristerie – una accanto al ristoro, l’altra giù all’eremo – dedicate a Santa Ildegarda di Bingen, dove si possono acquistare sia ottimi prodotti erboristici, la cui preparazione è ispirata alle ricette autentiche della santa, sia tantissime varietà di miele e di prodotti delle api.


Il dolcissimo miele, il profumo di erbe, e poi la bellezza dell’eremo, delle rocce, del cielo terso, e soprattutto quella luce azzurrina e i baluginii accecanti del sole sulla superficie del lago, sono i ricordi più belli di questo viaggio. Un viaggio che spero di ripetere in estate, ma anche in autunno inoltrato, quando la luce sarà più tenue, e il lago sarà velato di nebbia.

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Note di viaggio:
L’Eremo di Santa Caterina del Sasso si trova a Leggiuno, sul Lago Maggiore, in provincia di Varese.
Altre fotografie che ho scattato durante la gita, i primi giorni di Agosto del 2016, sono raccolte qui:
L’Eremo e il Lago Maggiore
Le Erboristerie di Santa Ildegarda