giovedì 2 maggio 2019

Varallo Sesia, il Dio tricefalo e i magici Giardini

Uno dei miei luoghi del cuore è la bassa Valsesia in primavera inoltrata. Le montagne sono verdi, illuminate da un sole che le avvolge di una leggera foschia dorata, e il fiume e i torrenti si alternano a prati rigogliosi, fioriti, allietati dal canto dei grilli e di innumerevoli uccelli.
Per questo ogni motivo è buono per andarci, e ieri, approfittando di una nuova suggestione, sono tornata a Varallo Sesia, godendomi l’oretta di viaggio in macchina immersa in quel verde assolato che amo tanto.
Come prima cosa sono andata ad “incontrare” l’oggetto della mia ricerca, un bassorilievo celtico risalente all’Età del Ferro (V secolo a.C.) che raffigura una divinità maschile a tre teste, identificata, senza certezze, con Tarvos Trigaranos – da Tarvos, “Toro”, e Tri-Garanos, “Tre-Gru”, ovvero “Toro con Tre Gru [sulla schiena]”, secondo la tipica raffigurazione di questa divinità taurina in altri luoghi abitati dai Galli.
Il rilievo proviene dal castello di Invorio, inizialmente era parte di una roccia situata in un’ara sacra, ma successivamente è stato staccato e murato nel piccolo cortile del convento delle suore missionarie di Varallo Sesia, proprio sulla parete esterna della Chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Il Chiostro di Santa Maria delle Grazie

È di certo curiosa la presenza di una divinità maschile celtica – dagli attributi sessuali che, pur tranciati di netto, dovevano essere in origine ben evidenti – in un convento di suore. Ma nel processo di cristianizzazione succede questo e altro. La figura del dio tricefalo è infatti diventata una primitiva rappresentazione di Cristo, presente in un interessante affresco su colonna all’interno della chiesa di Santa Maria Assunta, ad Armeno.
Descritto come una divinità montana, il dio celtico a tre teste è una sorta di un uomo selvatico, un guardiano degli animali, onnisciente in quanto vede e conosce ogni cosa – le tre teste vedono tutto – legato alle alture dei monti, ma anche ai fulmini e alle tempeste. Come scrive l’archeologo Filippo Maria Gambari, questo “dio dell’area alpina viene collocato preferenzialmente sulle cime delle montagne, ed assomma i compiti di guardiano delle mandrie, dei fulmini e dei temporali oltre che di protettore degli alti passi alpini”.
Nonostante io per libera scelta mi occupi molto poco di divinità maschili, questo bassorilievo, nonché la sua scaltra trasformazione in Cristo a Tre Teste, mi ha affascinata, specialmente per la sua vicinanza al mondo animale e montano. Inoltre trovo molto interessante la simbologia del toro con le tre gru sulla schiena, che sono state associate al sacro femminino e alle Matronae danzanti.

Il dio celtico tricefalo - Età del Ferro - V secolo a.C.

Entrata nel piccolo cortile del convento grazie alla gentilezza di una delle missionarie, che mi ha aperto e mi ha anche permesso di girare per il chiostro, mi sono soffermata a guardare questa figura così affascinante, scattandole qualche foto. Avrei voluto fermarmi di più, ma non volevo rubare troppo tempo alla suora, anche perché, ho scoperto poco dopo, stava per iniziare il rosario del pomeriggio e lei doveva letteralmente scappare. Così sono uscita dal cortile e ho visitato l’interno della chiesa, lasciando vagare lo sguardo sull’impressionante parete centrale, interamente dipinta da Gaudenzio Ferrari agli inizi del 1500, mentre le voci femminili si sovrapponevano, ripetendo le loro preghiere.

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Tornata alla luce e al calore del sole, stavo quasi per tornare nel centro storico di Varallo quando ho intravisto l’ingresso dei giardini pubblici, e per fortuna ho deciso di vederli.

I giardini incantati di Varallo

Mai avrei immaginato tanta bellezza rigogliosa, tanti angolini magici dove rintanarsi, magari sedute/i su una vecchia panchina di legno ad ascoltare il canto degli uccelli, a leggere un libro, o semplicemente a lasciarsi nutrire dalla bellezza circostante.

I giardini incantati di Varallo

I giardini incantati di Varallo

I giardini incantati di Varallo

Ho passeggiato per i sentieri, salito e sceso scalette di pietra, ascoltato lo scrosciare del torrente poco lontano, accogliendo quella sensazione di incanto che mi coglie in luoghi così vicini alla mia anima, e ho ringraziato per aver trovato un posto simile, nel quale tornare, di tanto in tanto, per nutrirmi e rigenerarmi.

I giardini incantati di Varallo

I giardini incantati di Varallo

Peccato per i lavori in corso e la rete di plastica arancione che circondava parte del parco, dovuti a un incendio avvenuto un anno fa, che purtroppo ha distrutto una antica casa walser, il Muntisel, posta proprio in cima al parco. Spero che i lavori procedano e che la ricostruiscano al più presto…
Dopo essermi rigenerata in questo splendido angolo di bellezza e natura libera, sono tornata verso il centro, convinta di passare una buona mezz’oretta nel mio café preferito… ma era inspiegabilmente chiuso. Così ho dovuto ripiegare su un bar vicino che però mi ha lasciata sconcertata – caffè quasi disgustoso, tavolino sporco, e soprattutto brioche accuratamente evitate per via delle formiche che ci giravano sopra, sotto e intorno, mai vista una cosa simile – per cui sono letteralmente fuggita.
Ho dovuto rinunciare a malincuore al mio piccolo rituale, nel quale rifletto sulle cose appena viste e sentite e ripasso le fotografie scattate, seduta in un posto piacevole e accogliente con qualche dolcetto da sbocconcellare con gusto, e questo mi ha leggermente infastidita… ma era talmente bello ciò che avevo appena vissuto, e intensa l’armonia che mi aveva pervasa, che il malumore non ha fatto presa ed è subito volato via al primo soffio di vento.
Ho ripreso a camminare serenamente per le strette Contrade Storiche e prima di rientrare a casa sono tornata ancora una volta al ponte sul torrente Mastallone, dove la vista è davvero splendida e i colori dell’acqua sono sempre magici.

Il torrente Mastallone e la Valsesia dal ponte di Varallo

Affacciata alla ringhiera del ponte ho ripensato a un anno fa, quando sono stata sul punto di acquistare una casetta da ristrutturare proprio qui, ma ho dovuto rinunciare perché i costi di ristrutturazione erano davvero troppo alti… qualcosa però mi dice che forse è solo questione di tempo, e che se quello è davvero il mio posto, il posto giusto per me, allora tutto si risolverà, e ciò che adesso sembra impossibile verrà da sé, senza sforzo, senza fatica… scorrendo libero verso la realizzazione, come libera scorre l’acqua.

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Note di Viaggio:
Per vedere le altre fotografie scattate a Varallo:
Trigaranos e il Chiostro
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie
I Giardini di Varallo Sesia
Il torrente Mastallone dal Ponte di Varallo