mercoledì 25 settembre 2019

San Giulio, l'Isola del Drago

Ed eccomi finalmente, a distanza di qualche giorno, sulle stesse rive della piccola Orta. Oggi il sole è talmente forte e abbagliante che si mi volto verso il lago non riesco a tenere gli occhi aperti. La luce si rifrange sull’acqua, creando un bagliore intensissimo, liquido e ondeggiante, e l’Isola di San Giulio è controluce, velata dalla foschia azzurrina, con i tetti di ardesia luccicanti sotto il sole.
Secondo la leggenda, San Giulio vi giunse intorno al 390 d.C. e trovandola piena di serpenti, oltre che di un grosso drago minaccioso – simboli dei culti pre-cristiani che probabilmente venivano svolti lì da tempo immemore – li allontanò pacificamente, e in seguito vi costruì la propria chiesa.
Il traghetto si avvicina, lasciando dietro di sé una lunga scia bianca a forma di V, ed entra delicatamente nel porticciolo. L’ultima volta che sono salita su un’imbarcazione ero talmente piccola che non ne ho quasi memoria, e la mia innata ritrosia verso qualsiasi mezzo di trasporto si fa sentire. Attendo fino all’ultimo minuto… poi prendo coraggio e scendo le scalette. Tutto sommato non è poi così male… e sul traghetto siamo solo in cinque. Niente vocianti comitive di turisti, solo silenzio e tranquillità.
Il traghetto parte verso l’isoletta, una traversata di soli cinque minuti, e mi rendo conto che mi piace.
Sto attraversando un lago, verso un’isola sacra, e non vorrei essere in nessun altro posto che qui.
Mentre ci allontaniamo da Orta e ci avviciniamo all’isola, mi rendo conto che in un punto preciso alte volute di fumo si stanno spandendo verso il cielo. L’isola sta fumando – qualcuno probabilmente brucia sterpaglie – e l’effetto che mi fa è sorprendente. Vedo l’Isola del Drago, il drago sta alitando fuoco e fumo, l’odore di bruciato impregna l’aria, e io non vedo l’ora di toccare quelle sponde…

L'Isola del Drago fumante

Il traghetto accosta agli alti piloni di legno del porticciolo di San Giulio, e in pochi istanti scendiamo dall’imbarcazione. A pochi passi, un cartello dà il benvenuto sull’Isola del Silenzio.

L'Isola del silenzio ti dà il benvenuto

La prima tappa obbligata, dato che vi si entra direttamente dal porto salendo alcuni scalini, è la Basilica di San Giulio.
Finalmente posso vedere il misterioso pulpito scolpito con animali fantastici – tra cui, ovviamente, un drago – un cavallo alato, un’aquila, un centauro con arco e frecce, un cavaliere armato di spada, e altri animali. Alcune teste dalla cui bocca aperta fuoriescono germogli e vegetazione, mi ricordano l’Uomo Verde delle antiche tradizioni.



Gli affreschi sono splendidi. Mi colpiscono in particolare la raffigurazione di un Serafino, con tante ali piene di occhi aperti, e le due sante Dorotea e Apollonia, che dal modo in cui sono raffigurate mi ricordano quasi delle baccanti.

Santa Dorotea

Santa Apollonia

Dopo il giro attento e minuzioso della chiesa, scendo le scale verso la cripta dove sono esposte le spoglie di San Giulio. Molte candele illuminano la stanza, lumi tremolanti che invocano altrettante preghiere.
Dietro la teca del santo, una porticina si apre su una piccola stanza nella quale sono conservati reperti archeologici paleocristiani, i resti della prima chiesa sorta sull’isola.
Purtroppo non c’è nessuno a cui chiedere di poter vedere la sacrestia, dove sono conservati la vertebra del drago leggendario – che in realtà apparterrebbe ad un grosso cetaceo lacustre vissuto in epoche molto antiche – e soprattutto il drago processionale, un oggetto estremamente affascinante che curiosamente guidava le processioni delle rogazioni sull’Isola fino a metà del 1900. Ci tenevo moltissimo a vederli, ma evidentemente oggi non è il giorno giusto. Per questo ritenterò, sperando di poter oltrepassare anche quella porta che adesso è rigorosamente chiusa.

Uscita dalla Basilica, esploro con poca curiosità il negozietto a lato della chiesa, che vende souvenir di ogni genere, e finalmente mi incammino lungo la Via del Silenzio. Il percorso è brevissimo, si compie in meno di venti minuti, ed è guidato da dieci cartelli di metallo sui quali sono incise bellissime frasi meditative.
Data la presenza di qualche altra persona, godere del silenzio meditativo non è possibile, ma scattando fotografie ad ogni tappa mi riprometto di meditarci più tardi.

La Via del Silenzio

Eppure le frasi sono così belle e ispiranti che, nonostante tutto, un senso di pace e armonia mi pervade… una di esse, soprattutto, risveglia in me un intenso e dolcissimo istante di gioia:
Il silenzio è musica e armonia
La sento, è pura verità, e nel lasciare che tocchi tutte le corde del mio essere, sorrido interiormente.

La stessa Via del Silenzio, percorsa al contrario, diventa la Via della Meditazione. Gli stessi cartelli portano stampate sul retro altrettante frasi meditative, dedicate in questo caso alla conoscenza del Sé.
Non sono sicura di avere il tempo di percorrere la via al contrario – al momento non so che è davvero breve e ho paura di perdere l’ultimo traghetto – e così raccolgo nei miei scatti le frasi da entrambi i lati, cercando di ricordarne l’ordine preciso, di modo da camminare internamente le due Vie in un secondo momento, in totale silenzio e calma.

Il piccolo centro dell'Isola di San Giulio

Il piccolo centro dell'Isola di San Giulio

Il piccolo centro dell'Isola di San Giulio

In pochissimo tempo l’esplorazione dell’Isola finisce, la maggior parte del suo spazio è parte del monastero, che è davvero gigantesco e possente. Alzando gli occhi e guardando verso le sue finestre, alcune spalancate e altre ben chiuse, vedo una delle monache di clausura che guardando fuori accosta i vetri e sparisce oltre le mura.
Nel tornare verso il porticciolo incontro una ragazza giovane e molto bella, che percorre da sola le vie dell’isola. Un’altra viaggiatrice solitaria che cammina in silenzio e grazia. Sento subito una profonda affinità con lei, ci guardiamo e ci sorridiamo, lei in cima alle scale di pietra, io verso il fondo, poi ognuna prosegue il proprio viaggio.
Nell’attendere l’ultimo traghetto, fremendo questa volta per rivivere la breve traversata fra le acque del lago, mi godo l’intensissima luce del sole, che quasi esplode mentre cala dietro le vette. Comincia a fare fresco, l’aria che viene dal lago è decisamente fredda, e come spesso accade al termine di un’esplorazione, ho una gran fame.

L'Abbazia di San Giulio


Il breve viaggio di ritorno a Orta è piacevolissimo… vedo l’Isola del Drago, che ora non fuma più, mentre si allontana dietro la scia della barca.
Giunta al piccolo porto ringrazio tutte le divinità esistenti: un immenso gregge di turisti, compreso il prete, sta aspettando di salire sullo stesso traghetto per fare il giro del lago. Felice di aver colto, ancora, quell’intervallo di tempo silenzioso e quasi solitario che si crea qualche volta fra due periodi caotici, saltello giù dal traghetto, mi infilo fra la gente senza quasi che se ne accorga, e mi ritrovo nella bella Piazza Motta, ancora soleggiata, fresca e allegra.
Niente e nessuno mi separa, ora, dal mio caffè rituale, rilassante e corroborante, e poco dopo, da brioche e torta di mele, che mi fanno sentire quasi in paradiso.
Prima di tornare alla macchina decido all’ultimo momento di incamminarmi per il lungolago di Orta, alla ricerca della misteriosa Villa Curioni, dov’è nascosta una grotta naturale – incorporata in una delle stanze – nella quale si dice vivesse il drago fuggito dall’Isola di San Giulio. È proprio qui che la grande vertebra fu rinvenuta, e non è tutto. Prima della costruzione della casa, pare che nell’antro si riunissero le streghe.
Dopo aver camminato per un bel tratto, infreddolita e certa che la villa sia chiusa e la grotta inaccessibile, rinuncio a vederla esternamente e torno indietro. Ci tornerò nelle speciali giornate di apertura, perché a entrare in quella minuscola grotta umida, al cui centro un pozzo comunica direttamente col lago, ci tengo davvero tanto.

Il lungolago di Orta

Ormai è quasi buio, i lampioni di Orta colorano di arancio i suoi stretti vicoli, e io sono pronta a rientrare.
Ci sono ancora molte cose che non sono riuscita a vedere, molte porte che non ho ancora potuto aprire, e sono sicura che ci saranno altre occasioni per addentrarmi ancora più in profondità nei misteri di questa piccola città, e del suo misterioso e incantevole lago.

***

Condivido con molto piacere le frasi della Via del Silenzio e della Via della Meditazione, suggerendo però di percorrerle direttamente sull’Isola, magari in una giornata infrasettimanale e nuvolosa, così da poter camminare in reale silenzio e solitudine.

La Via del Silenzio

La Via del Silenzio

Ascolta il silenzio

Ascolta l’acqua, il vento, i tuoi passi

Nel silenzio accetti e comprendi

Nel silenzio accogli tutto

Il silenzio è il linguaggio dell’amore

Il silenzio è musica e armonia

Il silenzio è verità e preghiera

Il silenzio è la pace dell’io

Nel silenzio incontri il Maestro

Nel silenzio respiri Dio


La Via della Meditazione

Ogni viaggio comincia da vicino

I muri sono nella mente

Apri il tuo essere

Abbandona l’io e il mio

Il saggio sbaglia e sorride

Accettati, cresci, matura

Sii semplice, sii te stesso

Il momento è qui, adesso

Se arrivi ad essere ciò che sei, sei tutto

Quando sei consapevole il viaggio è finito


***

Note di viaggio:
L’Isola di San Giulio si raggiunge dall’imbarcadero di Orta, in Piazza Motta. I traghetti partono ogni venti minuti, e l’ultimo che dall’Isola porta di nuovo a Orta è alle 18:00.
L’isola si visita in un’oretta, e se si percorre, con calma e tranquillità, sia la Via del Silenzio che quella della Meditazione, è possibile svolgere tutto in meno di due ore.
Consiglio di visitarla da sole/i, per godere appieno di ciò che l’Isola offre.
Le altre fotografie scattate all’Isola di San Giulio, sono raccolte qui:
Isola di San Giulio, l’Isola del Drago

lunedì 23 settembre 2019

Passeggiata a Orta San Giulio

Ci sono luoghi che è bello sperimentare col sole, la luce abbagliante, i riflessi dorati sull’acqua, i colori vivaci e brillanti, e luoghi che richiedono di essere incontrati con la penombra, la nebbia, le nuvole, una pioggia leggera, o forse un pallido sole, così che il silenzio sia amplificato, e l’isolamento predisponga all’ascolto, all’intuizione, all’osservazione ricettiva e attenta. A volte ci si deve buttare e vivere ciò che la vita offre, così come lo offre, a volte invece è meglio aspettare, scegliere la condizione ideale, l’unica che può portare ad aprire porte che altrimenti resterebbero chiuse.
Se è vero che io tendo ad aspettare eccessivamente, a cercare minuziosamente l’atmosfera giusta, e a volte mi lascio sfuggire ciò che la vita offre, perdendo qualcosa che invece avrebbe potuto nutrirmi, credo altresì che anche un unico momento perfetto valga più di cento momenti comuni e indistinti.
Perché aspettare, cercare, intuire e scegliere il tempo giusto fa parte di una ricerca che non si limita a percorrere strade e visitare posti, ma permette di camminare in due luoghi contemporaneamente: quello tangibile ed esterno al corpo, e quello sottile, interno all’anima.
Quando il viaggio cammina in entrambi i luoghi, è un vero viaggio di conoscenza. E potrebbe portare dove nemmeno si immagina.
Allora le porte si aprono, e i segreti vengono rivelati.

Questo è il motivo per cui ho aspettato diverso tempo prima di raggiungere Orta San Giulio, e la sua misteriosa isola. Volevo vederla velata, sospesa.
Volevo vederla respirare, immersa nella foschia, appena sfiorata dai raggi di sole che si infiltravano a fatica tra le pesanti nuvole cariche di pioggia. E volevo che ci fosse abbastanza silenzio da poterla ascoltare, senza il vociare disordinato dei turisti che nei fine settimana affollano le strette vie, e riempiono fino all’orlo le barche che solcano le acque del lago per raggiungere l’isola.
Così ho dovuto lottare contro la voglia di partire troppo presto, nel momento che ritenevo sbagliato, placare l’impazienza, l’irrequietezza, e finalmente muovermi solo con le giuste condizioni.

Appena giunta a Orta, nel bel centro vecchio, ho iniziato a girarlo in piena tranquillità. Avevo in programma di visitare l’isola, ma proprio mentre passeggiavo lentamente negli stretti vicoli pieni di negozietti colorati, mi sono resa conto che non avevo nessuna intenzione di accelerare il ritmo per rispettare gli orari e vedere tutto. Sarei tornata ancora, con calma, così da potermi muovere liberamente, senza fretta, e dare ad ogni cosa il suo tempo. L’Isola di San Giulio, o meglio, del Drago e dei Serpenti, avrebbe avuto una giornata tutta per sé.
Con tutto il tempo a disposizione, ho così potuto perdermi e ritrovarmi, infilarmi in ogni vicolo, sbirciare in ogni cortile – scoprendo perle nascoste agli occhi dei più – posare lo sguardo su ogni scorcio d’acqua baluginante, e su ogni parete ricoperta di tralci d’edera.

Orta San Giulio - Centro storico

Orta San Giulio - Centro storico

Ci tenevo particolarmente a vedere il palazzo comunale, con il suo bel giardino e la scultura di bronzo realizzata da Carl Heinz Schroth, che raffigura un pittore nell’atto di dipingere il paesaggio del lago. L’opera si intitola “Il quadro perfetto” e sulla base reca inciso il pensiero dell’autore:
Orta è per me
il più bel posto del mondo.”

Orta San Giulio - Palazzo Comunale - Opera di Carl Heinz Schroth

Orta San Giulio - Palazzo Comunale

Dopo aver esplorato ogni anfratto di Orta, mi sono ritagliata il solito momento di pace e riflessione, seduta ad un tavolino della splendida Piazza Motta, dove ho gustato qualcosa di dolce, circondata da uccellini irruenti e tenerissimi che chiedevano – o meglio, pretendevano – qualche briciola.

Orta San Giulio - Piazza Motta e il Palazzotto

La prima giornata a Orta, pertanto, è trascorsa tutta sulla terraferma. Ma rimanere ancorata alla sponda conosciuta, e osservare ripetutamente l’isoletta che emerge, come sospesa, nel centro del lago, mi ha portata a riflettere su quanto sia importante avere mete da raggiungere, e anche mete da lasciare intatte.
Oggi ti guardo da qui, lascio che tu resti dove sei, e continuo a immaginarti”, ho pensato mentre la cercavo e la guardavo da ogni vicolo e da ogni ponteggio.
Ho capito che a volte lasciare che certe mete restino tali, lontane ma vicine, nascoste o ben visibili in un luogo-non-luogo fra le acque di un lago profondissimo, o negli anfratti di se stesse/i, è importante quanto raggiungerle. Forse anche di più.
Perché restano mete dell’anima, restano sogni integri, assumono la forma dei nostri desideri e delle nostre aspirazioni più alte, e non incontrano la possibile, se non probabile delusione che talvolta si prova quando ci si rende conto che la realtà è meno bella di quello che ci si aspettava.
E se poi quando la raggiungo mi sento a disagio?
Se è meno magica di quanto vorrei?
Se quando sono là, non sento niente?
Tante domande per me ricorrenti, che in questo caso non resteranno senza risposta, ma che mi hanno portata a credere che forse è giusto che non tutto venga esplorato e rivelato, perché certe mete è bello anche solo sapere che esistono, che sono lì, che non si muovono e non scompaiono, e sono lì per noi.

Orta San Giulio - L'Isola di San Giulio

Orta San Giulio - L'Isola di San Giulio

Tornando alla piccola Orta, e al suo centro vecchio formato da tanti vicoletti che terminano quasi tutti nel lago, mi sono quindi dedicata a conoscerla, a seguire la sua forma, a percorrere le sue strade.
L’ho respirata, l’ho assaggiata, l’ho osservata e ho provato ad ascoltarla.

Orta San Giulio - Centro storico

Orta San Giulio - Centro storico

Orta San Giulio - Centro storico

La sua vicinanza all’Isola di San Giulio, nota per la leggenda del Drago e dei Serpenti – simboli dell’antica religione pre-cristiana – che la abitavano prima che il santo leggendario la raggiungesse e la cristianizzasse, si nota in alcuni suoi particolari, come il rilievo di San Giulio e dei Serpenti che ho trovato seminascosto in un vecchio cortile privato.

Trascorse alcune ore in questo posto così lieto – al quale mi sono subito affezionata e nel quale tornerò regolarmente – ho guardato il sole tramontare oltre le nuvole, dietro l’Isola del Drago. Ho visto i suoi raggi disegnare fasci di luce e riflettersi sui tetti delle case e del Monastero dove vivono le monache di clausura, e mi sono ripromessa che ci sarei tornata molto presto, a distanza di pochi giorni, per raggiungerla e finalmente scoprire i suoi segreti.

Orta San Giulio - L'Isola di San Giulio

***

Note di Viaggio:
Orta San Giulio si raggiunge comodamente percorrendo l’autostrada A26 e uscendo a Borgomanero. Si prosegue poi seguendo le indicazioni per il Lago d’Orta e la si raggiunge facilmente. L’ultimo tratto di strada, che costeggia il lago, è davvero piacevole.
Consiglio di assaggiare le focacce e la torta di mele che vende una piccolissima bottega sulla destra della salita che porta, da Piazza Motta, alla Chiesa di Santa Maria Assunta. Sono squisite!
Le altre fotografie scattate a Orta San Giulio, sono raccolte qui:
Orta San Giulio