Ho nutrito questo piccolo sogno per anni. Certo, lo immaginavo in qualche landa boscosa della Svezia, su di un lago immenso circondato dalle conifere, ma nel suo piccolo è comunque un sogno che si è avverato. Pattinare su un vero lago ghiacciato, circondato dal bosco e dalla neve. Quale sorpresa quando, un anno fa, ho scoperto che sarebbe stato possibile, peraltro in un paesino che già amavo. Avrei solo dovuto aspettare un anno, perché le temperature dello scorso febbraio non erano abbastanza basse e il lago aveva cominciato a sciogliersi prima del tempo. Di pazienza ne ho tanta, e negli anni ho imparato ad aspettare il momento giusto. Molti ne ho persi, qualcuno l’ho colto. Come questa volta.
A Gressoney Saint Jean, nella mia amata Valle del Lys, c’è infatti il piccolo lago artificiale di Gover. In estate ha colori caldi e brillanti, in inverno è una fiaba invernale. La sua acqua si ghiaccia completamente e in profondità, così è possibile pattinare, affittando i pattini accanto al bar, proprio di fronte, oppure usando i propri. I miei erano rimasti chiusi in un cassetto per più di venticinque anni, e anche se la loro pelle si è indurita, e l’imbottitura si è disintegrata, sono ancora degli ottimi pattini da ghiaccio. Li avevo ricevuti in regalo, uno dei più belli e desiderati, a Natale di tanti anni fa. Avevo fatto in tempo a usarli per poco, perché l’anno dopo il palaghiaccio vicino a casa mia non ha più riaperto. Un colpo al cuore per me, che ci avevo passato così tanti sabati della mia giovinezza. Ed essendo praticamente cresciuta su una vera pista di ghiaccio, anche solo pensare di entrare su una di quelle sedicenti “piste di pattinaggio” cittadino – in realtà degli improponibili rettangolini di ghiaccio grattato – insieme a un mucchio di gente che gira in tondo e cade a caso, è una vera offesa.
Anni fa una ragazza svedese mi aveva raccontato che là, in Svezia, i laghi si ghiacciano completamente, e lei era solita pattinare su queste distese bianchissime, solitaria, in un silenzio quasi irreale interrotto solo dal frusciare della neve che dai rami delle conifere cadeva sul ghiaccio. Avevo desiderato tanto di vivere un sogno simile, e anche se non è stato esattamente la stessa cosa, è stato un buon compromesso.
Arrivata quindi a Gressoney Saint Jean con il mio compagno di viaggio, e raggiunto il laghetto Gover, ho indossato – con gran fatica – quei vecchi pattini bianchi, e ho tentato di arrivare alla pista, accorgendomi che lì non c’era l’ombra di un bordo o di una recinzione che permettesse, quanto meno, di riprendere confidenza col ghiaccio. Mi sarei dovuta buttare… e mi ha colta il terrore. Sono rimasta aggrappata alla scaletta per diverso tempo, pensando di tornare indietro. Sono tornata indietro, poi mi sono opposta alla rinuncia e sono tornata ad aggrapparmi alla scaletta.
L’aria era gelida e non c’era vento, ma ad un certo punto una forte ventata mi ha letteralmente spinta da dietro verso la pista. Mi sono aggrappata più forte, e il vento ha spinto ancora. Per come l’ho sentito io, sembrava davvero che stesse dicendo Vai, coraggio. Sei arrivata fino a qui, adesso supera la paura e vai avanti.
Così sono andata. E ho scoperto subito che anche se avevo avuto paura, il mio corpo ricordava.
Non ci ho messo molto a riprendere confidenza, scoprendo tuttavia che i veri laghi ghiacciati non hanno la superficie liscia e omogenea a cui mi ero abituata, ci sono punti in cui l’acqua si è increspata e ha ghiacciato così, punti ruvidi e punti lisci e scivolosi come specchi – i miei preferiti – per cui bisogna fare attenzione. Il mio punto preferito era vicino al ponticello, col bosco ombroso dietro. Da lì potevo anche prendere velocità – per quanto possibile – e sentire l’emozione del volo. Un volo sul ghiaccio, pura gioia.
Quando il responsabile dei pattini a noleggio ha annunciato l’orario di chiusura, e tutti si sono diretti a riconsegnare i pattini, io sono rimasta ancora un po’. Avrei potuto restare quanto volevo, il lago è sempre accessibile e non avevo nulla da restituire. Ho benedetto ancora i miei pattini. Ho pensato a quanto sarebbe stato bello e magico pattinare lì quella sera, da sola, con la luna piena. E anche se non mi sono fermata così a lungo, so che posso farlo.
Un nuovo, piccolo sogno, che nasce dal primo e va oltre.
Un volo sul ghiaccio, di notte, con la luna piena.
Presto… chissà.
Lasciato a malincuore il laghetto Gover, con la promessa di tornarci, io e il mio compagno di viaggio – che aveva preferito evitare cadute e ha scattato tante belle fotografie – siamo andati nel centro di Gressoney. Piccolo, raccolto e perfetto, con un albero di Natale splendido, le casette di pietra e legno, le lucine, la neve. La montagna come piace a me.
Lì ci aspettava la pasticceria Lyskamm – dal nome della sorgente che dà origine al torrente Lys – dove ci siamo scaldati davanti a un tè speziato, una cioccolata con panna artigianale, una crostatina alla crema di limone, una fetta di torta di mele e un dolcetto di frolla sottile ripieno di mele. Tutto squisito! Al negozietto accanto ho poi acquistato una bella tazza, color verde salvia con impressi i fiocchi di neve bianchi. Un bel ricordo del posto e delle emozioni che mi ha donato.
Sapevo che poco più su di Gressoney Saint Jean, a Gressoney La Trinité, c’erano i mercatini di Natale, e anche se ormai era un po’ tardi e di sicuro stavano chiudendo, abbiamo comunque fatto un giretto lassù. Appena scesi dalla macchina ci ha accolto una luna piena lucentissima. Talmente lucente da essere quasi accecante. Illuminava le strisce di neve sulla alta parete verticale della montagna accanto, e rendeva tutto ancora più magico e sospeso.
Ci siamo diretti alla piazzetta, dove c’erano ancora i fuochi accesi nei grandi bracieri di ferro, e qualche bancarella aperta.
Il freddo era davvero intenso, così dopo poco tempo ci siamo infilati nuovamente al bel locale che dà sulla piazza, io con un nuovo tè bollente a scaldarmi le mani e la pancia, lui con un bombardino caldo squisito.
La prima parte del ritorno a casa è stata una fiaba. Avrei voluto fermarmi ogni minuto davanti al paesaggio innevato rischiarato dalla luna, e alle casette dalle cui finestrelle illuminate da calde luci si intravvedevano gli alberi di Natale.
Questa per me è la vera montagna, il vero inverno, il vero Natale, ho pensato. Ho lasciato lì un pezzetto di cuore e non vedo l’ora di tornare.
Del resto, adesso ho un nuovo sogno da realizzare, al laghetto Gover.
E ho promesso che non lo avrei fatto aspettare troppo.
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ALBUM FOTOGRAFICI
Lago Gover
Gressoney Saint Jean e Gressoney La Trinité
Naturalmente non c’era giorno migliore per dimenticare a casa la macchina fotografica. Le foto sono un po’ quello che sono, scattate col mio cellulare che sta tirando le cuoia. Lì ho deciso che, prima di rimanere senza, era giunto il momento di acquistarne uno nuovo, approfittando di una fortunata occasione. Ora sono curiosa di vedere come saranno le prossime fotografie.
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Note di Viaggio:
Per arrivare a Gressoney Saint Jean bisogna prendere la strada che da Pont Saint Martin, all’ingresso della Valle d’Aosta, porta nella Valle del Lys. Il Lago Gover è facilmente raggiungibile a piedi da uno dei parcheggi vicini al centro di Gressoney Saint Jean. Sul lago è possibile pattinare, considerando tuttavia gli aumenti della temperatura, a partire dagli inizi di dicembre agli inizi di marzo. Il noleggio dei pattini costa 10 euro e vanno riconsegnati entro le 17:00.
Che magia. Il tuo racconto è una fiaba. Mi è sembrato di essere lì..
RispondiEliminaFelice per te ❤️
Tesoro, grazie *.*
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