sabato 15 dicembre 2018

I Viaggi del Pettirosso. Una fiaba personale

C’era una volta un piccolo pettirosso che aveva paura di volare.
Non riuscendo a spiccare il volo come avrebbe voluto, se ne stava lì, fermo, immobile, protetto nel suo nido… ma in cuor suo provava un pochino di affettuosa invidia per gli altri animali, grandi e piccoli, che erano liberi dalla paura e percorrevano anche grandi distanze, vedendo tanti paesaggi nuovi e incantati, imparando tante cose e incontrando tante anime diverse.
Per un po’ di tempo, il piccolo pettirosso si accontentò di ascoltare i racconti degli altri animali, che collezionavano tante esperienze e portavano in ricordo tante immagini di tutto ciò che vedevano. Ma un giorno, sentendosi triste, ma anche eccitato per ciò che cominciava a frullargli nella testolina, capì che osservare gli altri non gli bastava più, e che era giunta l’ora di uscire dal nido e aprirsi a mondi diversi. La paura tuttavia, non lo abbandonava. Lo teneva fermo e anche un po’ imbronciato, e allora l'uccellino si rese conto che sarebbe stato meglio per lui procedere per gradi, compiendo voli brevi, di ramo in ramo, e imparando pian piano a fare sempre un passetto in più, fino a quando sarebbe riuscito a vedere quei mondi lontani che tanto lo affascinavano, e che con voce insistente lo chiamavano a sé.

Compiere voli brevi, però, gli regalò una consapevolezza rara e preziosa, ovvero l’attenzione per i dettagli e la capacità di scoprire inaspettati scenari incantati senza bisogno di doverli andare a cercare troppo lontano.
I suoi piccoli voli lo portavano sempre a trovare e a raccogliere frammenti di bellezza, e lui ne fu molto felice, perché quei frammenti nutrivano il suo cuoricino, e gli regalavano tanti attimi di Gioia.

Fu così che il piccolo pettirosso scoprì il proprio modo di volare, e soprattutto scoprì che non era necessario essere uguale agli altri e percorrere immense distanze per trovare nuovi scenari di bellezza da raccontare al mondo con la sua vocina sottile e squillante, ma che spesso la bellezza più pura è proprio qui, accanto a noi, e tutto ciò che dobbiamo fare è imparare a vederla, ad amarla e a far sì che ci nutra.

***

Ho scritto questa fiaba di getto, alcuni giorni fa, su un quaderno che mostra sulla copertina un pettirosso dipinto a mano da una bravissima artista tedesca. La penna scorreva da sola, senza fermarsi nemmeno un istante, e riempiva di parole tonde e fitte le prime pagine del quaderno, che altro non è se non l’originale Diario di Viaggio che porterò con me durante i viaggi più importanti, insieme ad altri due piccoli oggetti che ho cercato a lungo e ho trovato nei mesi passati, ovvero un piccolo timbro che imprime un buffo pettirosso con l’inchiostro color ocra, e una spilla d’argento smaltata, che raffigura sempre un pettirosso.
Questi sono i compagni di viaggio che verranno con me nei miei brevi viaggi, sperando che mi portino fortuna e mi conducano sempre più lontano, laddove da tanto tempo voglio posare i piedi per lasciarmi incantare da paesaggi che finora sono solo rimasti un sogno, ma che spero possano diventare realtà.

Una spilla che raffigura il mio animale interiore.
Un timbrino rosso che lascia il segno del passaggio del piccolo pettirosso.
E un quaderno per trascrivere le emozioni più belle e preziose.

Questi sono i viaggi del piccolo pettirosso. I miei viaggi.
Perché io e lui, da sempre e per sempre, siamo una cosa sola.

Fotografia raccolta da Pinterest

2 commenti:

  1. Ma panciottino lui❤ e la fiaba è splendida!

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  2. Una favola delicata con un piccolo dolce uccellino sognatore. Comprendo perfettamente quell'adorabile uccellino coraggioso, che con i suoi piccoli voli scopre la bellezza del mondo che lo circonda, ricordandosi sempre di essere prudente e godere di quei dettagli che una creatura più grande e forte forse non sarebbe in grado di percepire, in quanto presa dal frenetico sbattere d'ali che lo porta lontano!!! Una fiaba dolce ricca di verità e di determinazione...davvero molto bella caro Pettirosso dalla magica penna, rendi sempre leggero il mio cuore! Grazie, Giada

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