Passate due settimane dal ritorno a Masino, il pensiero di quel posto incantevole, accogliente, emozionante, e la voglia di soffermarmi ancora su certi suoi dettagli, che narrano storie e rivelano dettami sapienziali tra un affresco e l’altro, mi hanno condotta ancora lì, insieme al mio compagno di viaggio, a nutrirmi di bellezza.
Se lo scorso viaggio era stato per l’interno del castello, questo è stato per l’esterno, soprattutto per il parco. Che non abbiamo visto. Il tempo anche questa volta non è bastato, abbiamo preferito seguire percorsi diversi e non programmati, esplorare angoli e dettagli mai notati, e lasciarci guidare dalle suggestioni del momento.
La visita libera è una buona occasione per prendere il proprio tempo e camminare secondo il proprio ritmo, soffermandosi su ciò che richiama di più e tralasciando il resto.
Oltretutto, la giornata era a dir poco favolosa e la voglia, anzi, la necessità di assorbire tutta quella luce, quei colori e quei profumi era imperiosa e irresistibile.
Il sole faceva brillare il verde delle foglie e le api ronzavano fra i glicini nel pieno della loro fioritura. Il profilo delle montagne era velato di azzurro e il vastissimo paesaggio che si apre sulla favolosa serra morenica mostrava foschie, luccichii di laghi lontani e sfumature che toglievano il respiro.
Lì gli uccelli si sentono dappertutto, e qualche volta li si vede gettarsi in voli vertiginosi, in slanci di sconfinata ed estatica libertà, affidati al vento e all’abilità delle proprie ali.
Mentre osservavo tutto questo, accanto ai glicini e alle api, ho sentito una signora che descriveva dettagliatamente alcuni frammenti di paesaggio. Evidentemente lo conosceva bene, e mi è venuta l’idea di chiederle qualche informazione su ciò che da tempo desideravo sapere. E lei sapeva, ogni cosa.
Le ho chiesto se potesse dirmi, fra i profili di quelle maestose montagne, dove fosse la Bella Dormiente. Quasi stupita dalla mia domanda, la signora l’ha semplicemente indicata col dito: la Bella Dormiente è lì.
Era davvero lì, davanti a noi, proprio dove avevo sempre guardato senza mai vederla.
Certe volte abbiamo davvero bisogno di qualcuno che sappia mostrarci ciò che cerchiamo, e che pur essendo di fronte a noi, non vediamo. È bastato che la indicasse e l’ho immediatamente riconosciuta, chiedendomi come avessi fatto a non averla notata prima. Non sapevo che era quella la direzione in cui dovevo cercare, e convinta di non essere nel posto giusto, non cercavo affatto.
Credevo fosse altrove, lontano, chissà dove. E lei era lì, più bella che mai. Me ne sono innamorata all’istante, e il pensiero di chi ogni giorno si sveglia e la può salutare e osservare con amore, mi ha stretto il cuore. Se l’avessi io, più vicina e visibile, mi sentirei in uno stato di grazia perenne.
Ai miei occhi è una divinità della montagna, delineata con una tale grazia da suscitare una profonda commozione. Una devozione, addirittura, e mi chiedo se sia mai stata onorata in tempi passati.
Di certo lo è adesso, anche se solo da me e forse da qualche altra persona che ha la fortuna di abitarle davanti.
Questo è il dono più bello di questa giornata, l’immagine e la storia che ho portato a casa con me, nella mia borsa delle meraviglie – quella dove ripongo le storie e le visioni più belle.
Il viaggio di ritorno è stato accompagnato da lei, in ogni momento.
Ho continuato a cercarla e a trovarla finché è stata visibile. Finché non si è voltata e nascosta, coprendosi di ombre notturne.
Eppure è ancora qui, sempre qui, anche adesso. E lo sarà sempre.
Ora che l’ho incontrata non la lascerò più.
Al momento sto cercando di rintracciare e ricomporre una sua possibile leggenda autentica. Quella ad oggi più diffusa e conosciuta è in realtà molto recente, scritta per un concorso letterario pochi anni fa, per cui essendo attuale inventata non è considerabile una vera leggenda, che per essere tale deve affondare le sue radici nella tradizione locale e appartenere a tempi passati.
Credo comunque di avere abbastanza informazioni per riportarne una che sembra più antica, e che somiglia ad altre leggende che raccontano l’origine di certe conformazioni naturali. In questi casi le similitudini sono promettenti, e incoraggianti.
Questo è ciò che amo di più quando compio uno i miei viaggi di esplorazione: trovare nuove storie da raccontare, per far riemergere la bellezza e aiutarla a vivere.
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ALBUM FOTOGRAFICI
Intorno al Castello
La Bella Dormiente
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Note di Viaggio:
Il Castello di Masino si trova a Caravino, in provincia di Torino. Si raggiunge dal raccordo che unisce l’autostrada A4 Milano-Torino alla A5 Torino-Aosta, prendendo l’uscita Albiano e seguendo le indicazioni per il castello, poco distante. È curato dal FAI e aperto dal mercoledì alla domenica, dal 25 febbraio al 1 novembre dalle 10 alle 18, e dal 2 novembre al 17 dicembre dalle 10 alle 17.
Con la tessera FAI è sempre gratuito, e la visita guidata è disponibile con prezzo ridotto.
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