venerdì 7 aprile 2023

Ritorno al Castello di Masino

Sono passati cinque anni dalle mie prime visite al Castello di Masino, nel canavese, e dopo alcune intuizioni inaspettate che volevo comprendere meglio, ho sentito di doverci tornare, per riviverlo in ogni suo dettaglio e ritrovare certe piccole cose che nel corso di questi anni, seppur sopite, non hanno mai smesso di ispirarmi. E di nuovo ho trovato molto più di quanto credessi, perché pur essendo uguale, questo posto è sempre diverso.


Stavolta, in effetti, una differenza notevole c’era davvero: una delle stanze infatti è stata completamente restaurata dopo aver scoperto che, dietro i dipinti appesi alle pareti e la mano di vernice bianca data in tempi passati, erano nascosti preziosi affreschi del 1600, realizzati con la tecnica pittorica del trompe l’oeil, con tanto di magnifico albero genealogico sopra il caminetto.
Sono rimasta affascinata, e credo che chiunque si sia chiesto chi mai abbia potuto far coprire tutto. Ma forse è meglio non sapere.
Ripercorrendolo, ho amato tanto il salone delle divinità, con coppie di divinità fra cui Diana, Venere, Minerva e altre che non ho riconosciuto. Splendidi gli appartamenti della regina, le camere con i grandi letti a baldacchino, la sala da ballo, i salottini, la biblioteca e la sala di lettura.



Soprattutto, mi sono soffermata su quei dettagli che mi cantano dentro e mi chiamano, quelle tracce che brillano e alle quali mi accosto per ascoltare cosa hanno da dirmi. Ancora più forte che in passato, mi ha chiamata la sfinge dipinta alla base della parete di una delle stanze, seminascosta da una poltroncina. Sapevo che era lì, la ricordavo bene.
La sua voce non smette di sussurrare. La forza delle sue zampe e del suo corpo leonino, la libertà infinita del volo nelle sue ali, la grazia del suo bellissimo volto, la donna assoluta, divina, completa.
La ascolto, e cerco di imparare.



Questo primo ritorno a Masino è stato dedicato alla riscoperta del castello, con una visita guidata molto bella e dettagliata, dopo la quale io e il mio compagno di viaggio ci siamo rilassati e goduti il più a lungo possibile la vastissima veduta sul paesaggio canavese, immersi fra i glicini profumatissimi del terrazzo, e deliziati da crostatina al cioccolato e caffè.
Da quell’altezza sembra quasi di volare, lo sguardo vaga senza limiti. Un corvo gigante ha volteggiato poco lontano, verso il labirinto, e infine si è posato sulle mura esterne del parco. Grandi ali dalle piume nero lucide, in un cielo che si copriva di nuvole pesanti e scure.
In lontananza alcuni mulinelli di polvere vorticavano sulla terra arida e bisognosa di pioggia, e qualche sporadico raggio di sole perforava le nuvole, creando qua e là fasci di pallida luce.
Desideravo andare a camminare nel parco ma ormai era tardi, così ho lasciato il castello con la promessa di tornarci molto presto.
Del resto, rose e spiree non erano ancora fiorite. Ogni cosa a suo tempo.


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ALBUM FOTOGRAFICO

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Note di Viaggio:
Il Castello di Masino si trova a Caravino, in provincia di Torino. Si raggiunge dal raccordo che unisce l’autostrada A4 Milano-Torino alla A5 Torino-Aosta, prendendo l’uscita Albiano e seguendo le indicazioni per il castello, poco distante. È curato dal FAI e aperto dal mercoledì alla domenica, dal 25 febbraio al 1 novembre dalle 10 alle 18, e dal 2 novembre al 17 dicembre dalle 10 alle 17.
Con la tessera FAI è sempre gratuito, e la visita guidata è disponibile con prezzo ridotto.

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