(Jean Jacques Christillin)
Una parte breve ma per me molto importante del viaggio è stata tornare a Issime, dove un anno fa avevo visto la roccia a forma di becco che spicca sul versante della montagna. La roccia è il Piroubec – ne avevo parlato qui – e secondo la leggenda nascondeva una soglia che conduceva nel cuore della montagna, dove viveva una Fata che aveva donato alle genti del posto una sorgente d’acqua purissima.
Con la sua bacchetta di legno aveva tracciato un solco nella roccia e nel terreno, e da quel solco era zampillata una fonte cristallina che venne chiamata Fontanachiara, la quale donava a chi la beveva chiarezza e guarigione.
Ebbene, nella scuola elementare di Issime è stata installata una splendida statua che rappresenta proprio lei, la Fata di Fontanachiara con la sua bacchetta.
La Fata di Fontanachiara o del Piroubec |
La Fata di Fontanachiara o del Piroubec |
Immagino quanto sia bello per i bambini vederla ogni giorno, quanto la sua storia debba essere amata e conosciuta da tutti, e mi chiedo se la presenza di una statua che non appartiene a uno dei soliti personaggi storici, ma a una vera e propria Fata, possa farli crescere con una sensibilità maggiore verso la magia naturale, l’armonia, la generosità tipica del mondo sottile e il potere del Dono.
Non posso saperlo, ma al contempo non posso pensare che non sia così. La sua immagine non è solo bella, ma anche potente, e mi rendo conto di quanto quei bambini siano fortunati.
In fondo, anche la Fata di Fontanachiara è una delle loro Maestre, forse quella più importante.
La Fata di Fontanachiara o del Piroubec |
Il Piroubec che sorge in alto, proprio alle spalle della Fata |
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Ripresa la via in discesa, dopo aver salutato Fate e Diavoli, ho voluto fare un salto alla piccola ma ricca Fiera di Sant’Orso a Donnas. Nonostante fosse un po’ tardi e molti espositori stessero già ritirando le loro elaborate sculture, ho potuto passeggiare piacevolmente lungo la via medioevale e proseguire oltre di essa, fino all’antico arco romano che fa parte della Via delle Gallie.
La Fiera di Donnas precede di un paio di settimane quella molto più grande che sin dal Medioevo viene svolta nel centro storico di Aosta. Sant’Orso è molto sentito e amato in Val d’Aosta, la sua festività cade il 1 Febbraio, e la grande fiera del legno fatta in suo onore è sempre allestita il 30 e il 31 Gennaio.
Tornando a Donnas, ho apprezzato particolarmente il piccolo borgo con le sue lanterne accese e le case di pietra, davanti alle quali sembra di tornare indietro nel tempo.
L'ingresso alla Fiera del legno di Sant'Orso, a Donnas |
Splendidi filatoi realizzati a mano |
Dopo la lunga giornata mi sono concessa un po’ di riposo in un posto che mi ha colpita per la sua bellezza semplice e rustica. Si tratta del bar dell’alberghetto Au Coeur du Pont, che, carino all’esterno, si rivela un vero gioiello al suo interno. Il caffè, buono e abbondante, viene servito in tazzine bianche a pois rossi, e la torta con la marmellata ai frutti di bosco era veramente squisita.
Mi sono scaldata e riposata, sfogliando le fotografie scattate durante la giornata, e quando ho avuto voglia di affrontare di nuovo il gelo valdostano ho lasciato quel piacevole rifugio a malincuore e mi sono incamminata finalmente verso la macchina… e quindi verso casa.
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Note di Viaggio:
La statua della Fata di Fontanachiara è di bronzo e acciaio, ed è stata realizzata nel 2013 da Antonio De Paoli, grazie al concorso organizzato dal Comune di Issime.
Per saperne di più e seguire le diverse fasi della realizzazione: Artdepaoli – La genesi di Fontanachiara
La leggenda completa, raccolta e trascritta da Jean Jacques Christillin, è riportata qui:
La Fata del Piroubec, di Jean Jacques Christillin, note a cura di Laura Violet Rimola
Qui potete vedere tutte le fotografie scattate durante questa tappa del viaggio:
La Fata Maestra di Issime e la Fiera di Sant’Orso di Donnas
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