Così è stato ieri, una tiepida giornata invernale, con un sole brillante e le giuste energie per compiere questa breve gita in tre tappe. Le prime due tappe legate a due bellissime leggende che rivelano la forte presenza della dimensione magica e del sacro femminino in questi luoghi, e la terza per puro piacere.
Partita con quel solito ritardo sulla tabella di marcia che, se non ci fosse non sarei io, ho viaggiato spedita e serena fino al primo paesino che da diversi anni volevo incontrare, anche solo per la dolce melodia del suo nome: Lillianes.
Qui mi sono accostata al vecchio ponte per veder scorrere il sacro torrente Lys, che nasce dal Ghiacciaio del Lys, sul Monte Rosa, e scorre giù fino a Pont Saint Martin, dove si riversa nella Dora Baltea. Tutta la Valle del Lys è costellata di leggende su Fate Guardiane, Fate delle Sorgenti e delle Rocce, Donne Selvatiche dai piedi equini e caprini, e presenze luminose che corrono sulle montagne. Ed è proprio per queste ultime che mi sono fermata qui. Il ricordo della testimonianza della visione di entità luminose che in passato “illuminarono a giorno” il Monte Ciamoseira – la leggenda annotata potete leggerla qui – mi ha chiamata forte e ho voluto posare gli occhi su quella stessa montagna, che tocca i comuni di Lillianes, e poco più giù, di Perloz, sulla sponda destra del Lys. Non ero sicura di quale fosse esattamente, ma chiedendo a una passante molto gentile, lei me l’ha indicata.
Era velata dalla foschia luminosa e argentata del sole invernale, che la rendeva ancora più magica, come se appartenesse ad un mondo altro, e ho amato immaginarla di notte, visibile solo per il profilo scuro stagliato su un cielo illuminato dalla luna, mentre poco a poco comincia ad illuminarsi di piccoli lumi danzanti, che si stringono, si separano, si pongono in cerchio e corrono gioiosi fin sopra la vetta, e poi giù fino a sfiorare le acque del Lys.
Lasciata un po’ a malincuore questa prima tappa, ho proseguito verso la seconda, ben visibile dalla strada principale, nel paesino di Issime. Si tratta di una conformazione rocciosa verticale che spicca dal lato della montagna, e che ricorda sulla punta la forma di un becco, da cui il nome Piroubec o Pirubeck, ovvero “becco di pietra”.
La leggenda vuole che fra le sue rocce si aprisse un antro che conduceva a una grotta e a una sorgente dalle acque freschissime e guaritive, vegliate da una bellissima Fata che qui viveva da tempo immemore. Fu lei stessa a donare alle genti un rigoletto di quell’acqua, tracciando un solco nel terreno con il suo bastone di legno, e dando origine alla fonte chiamata Fontaineclaire, Fontanachiara.
La parte della roccia che nella foto appare rossastra è il punto in cui un pezzo del Pirubeck si staccò a causa di un terremoto che si verificò nella zona nel 1968.
Anche qui ho scattato qualche fotografia con lo zoom, così da poter osservare più “da vicino” la roccia della bella Fata di Fontaineclaire.
Da Issime alla terza tappa del viaggio c’erano ancora una ventina di minuti, proseguendo per Gressoney Saint Jean, ed era proprio per questa terza tappa che desideravo condizioni perfette, alle quali avevo deciso di rinunciare, ma che poi, con mia sorpresa, c’erano eccome. Tanta, tanta neve!
Il viaggio prosegue…
***
Curiosità:
Il ponte vecchio di Lillianes presenza a un terzo della sua lunghezza un’edicola, all’interno della quale è posta una Madonna Nera. La statua non è antica, è stata realizzata solo nel 1988, però la sua presenza sul posto, e la sua relativa vicinanza, in linea d’aria, a quella ben più famosa del Santuario di Oropa, potrebbe testimoniare ancora di più la forte presenza del sacro femminino antico in tutta la zona. Di fronte alla statua, c’è anche un affresco di Santa Rita. Sante e Madonne Nere che, seppur in forme diverse, vegliano ancora in questi luoghi, come un tempo facevano Fate e Dee.
Note di Viaggio:
Lillianes, con il suo ponte e il suo Monte Ciamoseira, è raggiungibile percorrendo l’autostrada Torino-Aosta, uscendo a Pont Saint Martin – famosa per il suo Ponte del Diavolo – e proseguendo verso Gressoney. Sulla stessa strada si raggiunge in pochi minuti Issime, dove è subito visibile dalla strada, sulla destra, il Pirubeck. C’è anche un comodissimo parcheggio proprio ai suoi piedi, dove potersi fermare per guardarlo e magari scattare qualche suggestiva fotografia.
Per vedere le altre fotografie scattate durante la visita:
Lillianes, il Monte Ciamoseira e il Pirubeck di Issime
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