sabato 3 agosto 2019

Castello di Roppolo

Sono passati alcuni mesi dal mio ultimo viaggetto, un tempo lungo che però mi era necessario per ritrovare gli equilibri interiori. Nelle settimane trascorse mi sono dedicata interamente alla lettura, ho ripreso a scrivere, ho lavorato e soprattutto ho assecondato le mie maree interiori, che a volte mi portano ad aprirmi verso l’esterno, ad avanzare, a percorrere nuove strade e a camminare all’aria aperta, e altre volte a rintanarmi nel mio nido, a scomparire, a cercare il silenzio e l’isolamento per poter riprendere a camminare dentro me stessa.
Dopo tutto questo tempo nascosta, anche per via del caldo cocente, ho da poco sentito il bisogno di rimettere fuori il nasino dalla tana, così ho cominciato a tastare il terreno, a valutare la temperatura, a sentire da che parte tirava il vento, ho scrollato di dosso il lieve torpore estivo, e quando è stato il momento – complice un breve temporale rinfrescante che ieri ha alleggerito l’aria – sono ripartita alla ricerca di nuovi luoghi pieni di storie da raccontare.
Come prima esplorazione ho scelto un castello piuttosto vicino a dove abito – i primi voli dopo il letargo estivo è bene siano brevi e non stancanti – ovvero il Castello di Roppolo.

La costruzione sorge su una delle colline moreniche del canavese, proprio sopra il piccolo lago di Viverone. La sua origine è davvero remota, tanto che è considerato uno dei castelli più antichi del Piemonte. Le sue prime notizie risalgono al 963 d.C., le sue fondamenta vennero innalzate sulle rovine di una chiusa longobarda, e si dice addirittura che in epoca celtica su questa altura sorgesse un ara dedicata alla divinità del sole. Viene chiamata Apollo in epoca romana, ma i Celti onoravano il sole in forma femminile, e proprio in questa zona era celebrata una dea del sole e del lago che sopravvisse nella leggenda della ninfa Albaluce, pertanto si può ipotizzare che il tempio fosse dedicato non tanto ad Apollo, quanto alla Dea Sole.
Nel corso dei secoli il Castello di Roppolo venne trasformato dai diversi proprietari, che lo migliorarono, lo ingrandirono e lo resero infine ciò che è ora: un castello privato, ristrutturato e finemente arredato con mobili e oggetti antichi, alcuni originali e altri più recenti. Abitato al secondo piano dall’attuale proprietario, è comunque visitabile in buona parte, e le stanze accessibili, una decina più le cantine, sono davvero magnifiche.

Castello di Roppolo - Il Giardino

Castello di Roppolo - Il Giardino

Il giardino con la splendida fontana, le rose fiorite, i raggi di sole che giocano fra le foglie, e la vista sulle verdissime colline canavesi e sul lago, toglie il fiato. Come sempre avrei voluto trattenermi lì molto di più, ma quando si è accompagnati dalla guida i tempi sono sempre molto stretti. Tante volte rimango indietro a scattare qualche fotografia nelle stanze rimaste deserte, a osservare i dettagli, a guardare fuori dalle finestre per lasciar vagare lo sguardo sulla natura circostante, e mi ritrovo a dover poi rincorrere il gruppetto di persone che è sempre già avanti, sotto gli occhi della guida, che aspetta solo me per poter riprendere a spiegare. Credo di non risultare molto simpatica in queste occasioni, ma sono fatta così, il mio ritmo è più lento, non mi basta passare velocemente attraverso le cose per vederle e andare oltre… devo guardarle davvero, devo entrarci dentro e osservarle da tutte le angolazioni, per non perdere nulla. E dato che non perdere nulla è impossibile, devo poter scattare fotografie per poi ripercorrere gli stessi luoghi e vedere quei dettagli che, nel brevissimo tempo concesso nelle visite guidate, non è possibile notare.
Comunque, dopo il giro dello splendido giardino, e del cortile interno, sono cominciate le stanze, una più bella dell’altra. Se dovessi scegliere quali mi sono piaciute di più, credo che le elencherei quasi tutte.

Castello di Roppolo - La prima stanza

Castello di Roppolo - La sala della spinetta

Sicuramente ho amato la sala della musica con la grande spinetta – simile al pianoforte ma molto antica – la sala da pranzo col grande camino dalla cappa affrescata con un meraviglioso albero di arance, il lungo salotto azzurro con il lampadario di cristallo…

Castello di Roppolo - Il salotto azzurro

Castello di Roppolo - La camera da letto

Poi le camere da letto, la sala delle armi e delle armature, ovviamente la piccola ma ricca biblioteca che contiene solo una parte dei circa sessantacinquemila libri che fanno parte della collezione del castello, e le cantine, con il pozzo ancora funzionante a cui mi sono affacciata e che mi ha stupita per quanto fosse profondo.

Castello di Roppolo - La sala delle armi

Castello di Roppolo - La sala delle armi

Castello di Roppolo - La biblioteca

Castello di Roppolo - La biblioteca

Proprio le cantine sono importanti perché lì, circondati da una lunghissima fila di vini pregiati, prodotti e venduti dall’attuale proprietario, sono custoditi alcuni dei reperti archeologici rinvenuti nel lago di Viverone. Gli altri sono suddivisi in diversi musei della zona, mentre la gran parte sono al Museo di Antichità di Torino – di cui ho scritto qui. Gli oggetti conservati al castello sono alcuni vasi di ceramica, una lama di falcetto e alcuni splendidi ornamenti femminili.

Castello di Roppolo - Le cantine

Entusiasta per ciò che potevo finalmente vedere da vicino, ho immancabilmente dovuto rincorrere il gruppetto che, ligio e ordinato, seguiva la guida, e mentre scendevamo altre scale, quest’ultima ha iniziato a raccontare una storia. La storia del fantasma del Murato Vivo.

Era un tale Bernardo di Mazzè, che abitava nel Castello di Mazzè durante i primi decenni del 1400. Nello stesso periodo il Castello di Roppolo, dopo essere stato abitato dai Savoia ed esser stato ceduto alla famiglia dei Valperga, era abitato dallo spietato Ludovico Valperga. Fra i due nobili si era creato un profondo astio, che culminò nella trappola che Valperga tramò crudelmente per il suo avversario. Non si sa come andarono le cose, si sa soltanto che un giorno, nel 1451, Bernardo di Mazzè scomparve e non lo si rivide mai più. La moglie Maddalena lo cercò per giorni e giorni, senza darsi pace, e dopo un certo periodo l’uomo venne dichiarato morto e si ritenne che fosse annegato nel lago.
Tuttavia i Savoia non vollero credere a questa alquanto incerta versione dei fatti, e non ebbero dubbi che dietro la scomparsa di Bernardo ci fosse lo zampino di Ludovico Valperga. Per questo gli confiscarono il castello. Si dice che le urla di Bernardo riecheggiassero nelle mura del maniero, e che le si possa udire ancora oggi, specialmente nelle notti di luna piena. E se questa è solo una leggenda, è pur certo che le sue urla dovettero sentirsi davvero. Nel 1800, molti secoli dopo la sua scomparsa, durante i lavori di restauro della torre del castello venne abbattuta una piccola parete in muratura e venne trovato uno scheletro, ancora rivestito della sua armatura. Questi non era altri che il povero Bernardo di Mazzè, murato vivo nella torre del castello e morto di stenti.
Oggi la sua cella è stata ricostruita nella parte più profonda del castello. Dalle cantine si scende una stretta e ripidissima scaletta, che si può percorrere aiutandosi con le corde infisse nell’umida parete, e in breve si raggiunge la triste prigione di Bernardo. Lo scheletro è autentico, ma non appartiene a lui.
È probabile che lui ora riposi in pace insieme alla sua famiglia.

Castello di Roppolo - Il Murato Vivo

***

Tornata in superficie dopo l’immersione nei freddi sotterranei e nella storia del Murato Vivo, la luce del sole e il vento fresco sono stati particolarmente piacevoli. Mi sono intrattenuta ancora per un po’ nello splendido giardino, e sono poi tornata alla macchina.
Naturalmente non ho mancato di fare un salto al lago di Viverone, per salutare le sue acque e il liquido riflesso del sole che baluginava sulla superficie, fra anatre, folaghe e voli di gabbiani.

Il Lago di Viverone

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Note di Viaggio:
Il Castello di Roppolo si trova a Roppolo, in provincia di Biella. È aperto da Aprile a Settembre, con orario di apertura dalle 10 alle 19. Chiuso nella pausa pranzo. La visita dura circa un’ora.
Per vedere le altre fotografie scattate nel Castello di Roppolo:
Il Giardino e il Cortile
Le Stanze del Castello
Le Cantine

2 commenti:

  1. Fantastico diario di viaggio, per un attimo mi è sembrato davvero di essere lì! Adoro "ascoltare" storie nuove!
    Un abbraccio,
    Claudia

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    Risposte
    1. Che splendido tuffo nel passato! Un tour nel castello reso ancora più avvincente dalla delicatezza e maestria di una scrittrice che è in grado di accompagnare il lettore nelle sue splendide esperienze di viaggio!!!
      Complimenti,
      Giada

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