Ho amato l’Eremo di Santa Caterina soprattutto per questo. Si erge a picco sul lago, talmente in armonia con il paesaggio naturale da sembrare esso stesso parte integrante della natura. Scavato nella roccia, rispettoso della sua conformazione, pacifico e immerso nell’azzurro del cielo e del lago.
Ricordo quanto quell’acqua azzurra mi attirasse, quel giorno. Faceva caldo, ma l’aria era fresca e pulita, e i riflessi del sole sull’acqua creavano giochi di luce magici e ipnotici. Non so cosa avrei dato per poter salire sul bordo di pietra del muretto e tuffarmi in quel turchese vivo e luccicante.
Certo, arrivarci non è privo di sacrificio. Circa duecentoquaranta scalini che scendono verso il lago, e che vale la pena di fare a piedi – in alternativa c’è un comodo ascensore per chi fa fatica a camminare o non può farlo – portano al grazioso cortiletto con il vecchio torchio per la spremitura dell’uva e delle olive, e al bellissimo porticato con gli archi che si affacciano sul lago.
La chiesetta dell’eremo è carina, molto tranquilla e piena di bei colori. Anche se non è nulla a confronto del paesaggio esterno, che all’uscita sembra ancora più bello e luminoso.
Poco prima dell’ingresso, all’interno di una insenatura della roccia, sono poste alcune statue religiose, fra cui una madonna con bambino. Probabilmente quella stessa insenatura era stata dedicata, in tempi precedenti il cristianesimo, a una divinità femminile legata al lago e alla grotta. Forse è per questo se l’eremo è dedicato a Santa Caterina del Sasso, una delle tante sante che sostituirono e nascosero culti femminili precedenti. E di certo non si fa fatica a credere che in epoca pre-cristiana questo posto fosse sentito abitato dal sacro femminino.
Sono pensieri che porto con me, quando arriva il momento di tornare, ma soprattutto di intraprendere la salita degli stessi duecentoquaranta scalini, che in discesa erano stati quasi piacevoli. Ebbene, la salita è stata un mezzo trauma, e mi ci è voluto un po’ per riprendermi. Ma poi ho potuto rifocillarmi con un ottimo toast seduta ai tavolini del piccolo ristoro dell’eremo, e rigenerarmi con la visita della bella erboristeria.
Un’altra graziosa sorpresa del posto sono infatti le due erboristerie – una accanto al ristoro, l’altra giù all’eremo – dedicate a Santa Ildegarda di Bingen, dove si possono acquistare sia ottimi prodotti erboristici, la cui preparazione è ispirata alle ricette autentiche della santa, sia tantissime varietà di miele e di prodotti delle api.
Il dolcissimo miele, il profumo di erbe, e poi la bellezza dell’eremo, delle rocce, del cielo terso, e soprattutto quella luce azzurrina e i baluginii accecanti del sole sulla superficie del lago, sono i ricordi più belli di questo viaggio. Un viaggio che spero di ripetere in estate, ma anche in autunno inoltrato, quando la luce sarà più tenue, e il lago sarà velato di nebbia.
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Note di viaggio:
L’Eremo di Santa Caterina del Sasso si trova a Leggiuno, sul Lago Maggiore, in provincia di Varese.
Altre fotografie che ho scattato durante la gita, i primi giorni di Agosto del 2016, sono raccolte qui:
L’Eremo e il Lago Maggiore
Le Erboristerie di Santa Ildegarda
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