lunedì 23 settembre 2019

Passeggiata a Orta San Giulio

Ci sono luoghi che è bello sperimentare col sole, la luce abbagliante, i riflessi dorati sull’acqua, i colori vivaci e brillanti, e luoghi che richiedono di essere incontrati con la penombra, la nebbia, le nuvole, una pioggia leggera, o forse un pallido sole, così che il silenzio sia amplificato, e l’isolamento predisponga all’ascolto, all’intuizione, all’osservazione ricettiva e attenta. A volte ci si deve buttare e vivere ciò che la vita offre, così come lo offre, a volte invece è meglio aspettare, scegliere la condizione ideale, l’unica che può portare ad aprire porte che altrimenti resterebbero chiuse.
Se è vero che io tendo ad aspettare eccessivamente, a cercare minuziosamente l’atmosfera giusta, e a volte mi lascio sfuggire ciò che la vita offre, perdendo qualcosa che invece avrebbe potuto nutrirmi, credo altresì che anche un unico momento perfetto valga più di cento momenti comuni e indistinti.
Perché aspettare, cercare, intuire e scegliere il tempo giusto fa parte di una ricerca che non si limita a percorrere strade e visitare posti, ma permette di camminare in due luoghi contemporaneamente: quello tangibile ed esterno al corpo, e quello sottile, interno all’anima.
Quando il viaggio cammina in entrambi i luoghi, è un vero viaggio di conoscenza. E potrebbe portare dove nemmeno si immagina.
Allora le porte si aprono, e i segreti vengono rivelati.

Questo è il motivo per cui ho aspettato diverso tempo prima di raggiungere Orta San Giulio, e la sua misteriosa isola. Volevo vederla velata, sospesa.
Volevo vederla respirare, immersa nella foschia, appena sfiorata dai raggi di sole che si infiltravano a fatica tra le pesanti nuvole cariche di pioggia. E volevo che ci fosse abbastanza silenzio da poterla ascoltare, senza il vociare disordinato dei turisti che nei fine settimana affollano le strette vie, e riempiono fino all’orlo le barche che solcano le acque del lago per raggiungere l’isola.
Così ho dovuto lottare contro la voglia di partire troppo presto, nel momento che ritenevo sbagliato, placare l’impazienza, l’irrequietezza, e finalmente muovermi solo con le giuste condizioni.

Appena giunta a Orta, nel bel centro vecchio, ho iniziato a girarlo in piena tranquillità. Avevo in programma di visitare l’isola, ma proprio mentre passeggiavo lentamente negli stretti vicoli pieni di negozietti colorati, mi sono resa conto che non avevo nessuna intenzione di accelerare il ritmo per rispettare gli orari e vedere tutto. Sarei tornata ancora, con calma, così da potermi muovere liberamente, senza fretta, e dare ad ogni cosa il suo tempo. L’Isola di San Giulio, o meglio, del Drago e dei Serpenti, avrebbe avuto una giornata tutta per sé.
Con tutto il tempo a disposizione, ho così potuto perdermi e ritrovarmi, infilarmi in ogni vicolo, sbirciare in ogni cortile – scoprendo perle nascoste agli occhi dei più – posare lo sguardo su ogni scorcio d’acqua baluginante, e su ogni parete ricoperta di tralci d’edera.

Orta San Giulio - Centro storico

Orta San Giulio - Centro storico

Ci tenevo particolarmente a vedere il palazzo comunale, con il suo bel giardino e la scultura di bronzo realizzata da Carl Heinz Schroth, che raffigura un pittore nell’atto di dipingere il paesaggio del lago. L’opera si intitola “Il quadro perfetto” e sulla base reca inciso il pensiero dell’autore:
Orta è per me
il più bel posto del mondo.”

Orta San Giulio - Palazzo Comunale - Opera di Carl Heinz Schroth

Orta San Giulio - Palazzo Comunale

Dopo aver esplorato ogni anfratto di Orta, mi sono ritagliata il solito momento di pace e riflessione, seduta ad un tavolino della splendida Piazza Motta, dove ho gustato qualcosa di dolce, circondata da uccellini irruenti e tenerissimi che chiedevano – o meglio, pretendevano – qualche briciola.

Orta San Giulio - Piazza Motta e il Palazzotto

La prima giornata a Orta, pertanto, è trascorsa tutta sulla terraferma. Ma rimanere ancorata alla sponda conosciuta, e osservare ripetutamente l’isoletta che emerge, come sospesa, nel centro del lago, mi ha portata a riflettere su quanto sia importante avere mete da raggiungere, e anche mete da lasciare intatte.
Oggi ti guardo da qui, lascio che tu resti dove sei, e continuo a immaginarti”, ho pensato mentre la cercavo e la guardavo da ogni vicolo e da ogni ponteggio.
Ho capito che a volte lasciare che certe mete restino tali, lontane ma vicine, nascoste o ben visibili in un luogo-non-luogo fra le acque di un lago profondissimo, o negli anfratti di se stesse/i, è importante quanto raggiungerle. Forse anche di più.
Perché restano mete dell’anima, restano sogni integri, assumono la forma dei nostri desideri e delle nostre aspirazioni più alte, e non incontrano la possibile, se non probabile delusione che talvolta si prova quando ci si rende conto che la realtà è meno bella di quello che ci si aspettava.
E se poi quando la raggiungo mi sento a disagio?
Se è meno magica di quanto vorrei?
Se quando sono là, non sento niente?
Tante domande per me ricorrenti, che in questo caso non resteranno senza risposta, ma che mi hanno portata a credere che forse è giusto che non tutto venga esplorato e rivelato, perché certe mete è bello anche solo sapere che esistono, che sono lì, che non si muovono e non scompaiono, e sono lì per noi.

Orta San Giulio - L'Isola di San Giulio

Orta San Giulio - L'Isola di San Giulio

Tornando alla piccola Orta, e al suo centro vecchio formato da tanti vicoletti che terminano quasi tutti nel lago, mi sono quindi dedicata a conoscerla, a seguire la sua forma, a percorrere le sue strade.
L’ho respirata, l’ho assaggiata, l’ho osservata e ho provato ad ascoltarla.

Orta San Giulio - Centro storico

Orta San Giulio - Centro storico

Orta San Giulio - Centro storico

La sua vicinanza all’Isola di San Giulio, nota per la leggenda del Drago e dei Serpenti – simboli dell’antica religione pre-cristiana – che la abitavano prima che il santo leggendario la raggiungesse e la cristianizzasse, si nota in alcuni suoi particolari, come il rilievo di San Giulio e dei Serpenti che ho trovato seminascosto in un vecchio cortile privato.

Trascorse alcune ore in questo posto così lieto – al quale mi sono subito affezionata e nel quale tornerò regolarmente – ho guardato il sole tramontare oltre le nuvole, dietro l’Isola del Drago. Ho visto i suoi raggi disegnare fasci di luce e riflettersi sui tetti delle case e del Monastero dove vivono le monache di clausura, e mi sono ripromessa che ci sarei tornata molto presto, a distanza di pochi giorni, per raggiungerla e finalmente scoprire i suoi segreti.

Orta San Giulio - L'Isola di San Giulio

***

Note di Viaggio:
Orta San Giulio si raggiunge comodamente percorrendo l’autostrada A26 e uscendo a Borgomanero. Si prosegue poi seguendo le indicazioni per il Lago d’Orta e la si raggiunge facilmente. L’ultimo tratto di strada, che costeggia il lago, è davvero piacevole.
Consiglio di assaggiare le focacce e la torta di mele che vende una piccolissima bottega sulla destra della salita che porta, da Piazza Motta, alla Chiesa di Santa Maria Assunta. Sono squisite!
Le altre fotografie scattate a Orta San Giulio, sono raccolte qui:
Orta San Giulio

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