domenica 28 aprile 2019

Esplorazione a Sesto Calende - Parte II

Se c’è una cosa che proprio non riesco ad accettare, sono le cose lasciate a metà. Quando inizio qualcosa, qualsiasi cosa, devo portarla a termine, e se per qualche motivo non ci riesco non mi sento tranquilla finché non lo faccio. Per questo – oltre che perché la adoro – oggi sono tornata a Sesto Calende, così da ripercorrere lo splendido itinerario che avevo raccontato la settimana scorsa e cercare alcune piccole cose che non avevo trovato, e che mi interessavano particolarmente.

Il fiume Ticino a Sesto Calende

Innanzitutto sono tornata all’abbazia, perché volevo risolvere un piccolo mistero. Volevo assolutamente trovare il bassorilievo che raffigura uno strano animale che sputa fuoco, e che sembra essere molto antico. È stato interpretato come un simbolo dell’inferno, una “potenza demoniaca” che minaccia “il progetto di Dio” e tenta “la perdizione dell’uomo”, per cui presumo sia considerato un monito, ma il fatto che sia posto in una chiesa antica che sorge su un tempio pre-cristiano, esattamente a pochi passi dal luogo in cui, secondo la leggenda, l’amante della Dea Venere era stato mutato in drago dalle fauci fiammeggianti, e aveva creato la conca che si stende ai piedi del masso erratico della Preja Buja - chiamata ancora oggi la Fossa del Drago, non mi è sembrato del tutto casuale. E che raffiguri o meno un animale dell’inferno, me ne sono innamorata.

L'antico bassorilievo dell'animale sputa fuoco

Trovarlo non è stato facile, tant'è che la settimana scorsa non ci ero riuscita. Sapevo che era nel nartece, ma lo cercavo in alto, e pensavo fosse abbastanza grande, invece è nascosto a mezzo metro da terra, vicino alla porticina sulla parete a sinistra dell’ingresso, proprio dietro la statua di San Giuseppe, ed è davvero piccolino, non più grande della mia mano.
Soddisfatta per averlo finalmente trovato, e fotografato a fatica, dato che era quasi al buio e io odio il flash, ho scattato qualche altra foto alla lunetta di Santa Caterina, che non so per quale motivo la settimana scorsa avevo tralasciato…

La lunetta con la disputa di Santa Caterina

La splendida Santa Caterina

Poi sono uscita e ho raggiunto di nuovo le altre tappe dell’itinerario, questa volta soffermandomi di più sulla cappelletta dedicata alla Madonna, posta a lato della strada che porta all’Oratorio di San Vincenzo. Purtroppo, nonostante sia affrescata internamente, la rete esterna ha una trama talmente fitta che non solo non è possibile far passare l’obiettivo per fotografare i dipinti, ma si fa addirittura fatica a vederli.

La cappella della Madonna

Ciò nonostante, aver fermato la macchina in quel punto, mi ha permesso di guardarmi intorno con tutta calma, e rendermi conto ancora una volta della bellezza indescrivibile del paesaggio, con i suoi prati punteggiati di ranuncoli e abbracciati da alberi e arbusti.
La zona che circonda la Preja Buja è davvero incantevole, e ogni volta mi rapisce il cuore.
Ho passeggiato ancora una volta intorno alla chiesetta di San Vincenzo, che spero prima o poi di vedere dall’interno, e ho ascoltato il canto ipnotico dei grilli, mentre il sole giocava a nascondino dietro le nuvole.

L'Oratorio di San Vincenzo

L'Oratorio di San Vincenzo

L'Oratorio di San Vincenzo

Nonostante fossi tentata di avventurarmi di nuovo alla ricerca del misterioso dolmen, ho deciso di aspettare un momento migliore, evitando di andarci da sola. Non è il bosco a farmi paura, non mi ha mai fatto paura. Sono le persone che mi spaventano, sono loro il vero pericolo. E se ripenso a quante volte in passato sono stata inconsapevolmente fortunata, mi rendo conto che non è più il caso di sfidare la sorte.
Tornata nel centro di Sesto, ho fatto tappa in un negozio che adoro, la Galleria dei Cristalli, dove ho acquistato un regalino di compleanno per mia mamma, oltre che un pendente di quarzo ialino a punta grezza e un altro ciondolo più grande, di sodalite blu notte a forma di goccia. Bianco trasparente e blu notte, due colori che oggi hanno attirato la mia attenzione, e che appoggiati sulla pelle hanno creato un armonia di colori a cui non ho voluto rinunciare.
Dopo una bella passeggiata alla piccola fiera dei fiori allestita nella piazzetta, con una brioche integrale alla crema di miele in mano, mi sono fermata a guardare e ascoltare l’acqua, con le sue leggiadre creature dalle candide piume…

Il fiume Ticino a Sesto Calende

Il fiume Ticino a Sesto Calende e le sue creature acquatiche

Il fiume Ticino a Sesto Calende e le sue creature acquatiche

Poi, quando il sole ha iniziato a tramontare, mi sono incamminata verso casa.
Un’altra giornata stupenda in uno dei miei posti del cuore, che ogni volta, da tanti anni, mi rivela scorci e dettagli inaspettati, e mi fa sentire a casa.

Il fiume Ticino a Sesto Calende

Il famoso salice di Sesto Calende

Note di Viaggio:
L’itinerario completo, proposto dall’archeologa Lucina Caramella, lo potete scaricare al link indicato nel post prima di questo.
Consiglio vivamente una tappa alla Galleria dei Cristalli, in Piazza Giuseppe Mazzini, e se siete golose/i e vi piacciono i piccoli arredi e stoviglie in stile country, non mancate di far visita alla Boutique del Gusto, proprio di fronte alla Galleria.
Per vedere le altre fotografie scattate durante il percorso, cliccate questi link:
Percorso di Sesto Calende - Le Chiese e il Paesaggio
Percorso di Sesto Calende – Il Fiume

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